Il giallo degli spari alla Costa dei Barbari. Ora è caccia a un terzo uomo misterioso
TRIESTE Spunta una nuova pista investigativa sull’agguato di venerdì notte alla Costa dei Barbari. Giuseppe De Luca, l’avvocato pugliese di quarantatré anni che ha sparato cinque colpi di pistola contro una Opel grigia ferma nel posteggio, potrebbe aver sbagliato bersaglio. Forse voleva colpire un’altra vettura. O forse proprio una persona. Ma non quella che si trovava nella macchina crivellata. Dentro l’abitacolo, suo malgrado, c’era un sessantenne croato: un camionista, che stava dormendo in macchina. E che è rimasto miracolosamente illeso. Una delle pallottole, quella che è andata a conficcarsi nel sedile, lo ha quasi sfiorato. Questione di millimetri.
Il pm Chiara De Grassi, che ha in mano il fascicolo d’indagine, vuole andare fino in fondo a questa vicenda che assomiglia sempre più a un giallo.
Negli interrogatori De Luca afferma che si è messo a sparare «per scherzo». Anzi «per sfogo», come si giustifica adesso fornendo una versione con una sfumatura decisamente diversa da quanto fin qui apparso. Una sorta di “raptus”, diciamo così, suscitato da un momento di difficoltà e frustrazione che starebbe attraversando in questo momento della sua vita. Ma è davvero così? Gli inquirenti non ne sono convinti.
L’ipotesi della «terza persona» contro cui De Luca avrebbe teso l’agguato notturno emerge dalle dichiarazioni rese dalla vittima, cioè il croato che si è visto crivellare «per sbaglio» la Opel in cui dormiva. Ma per capire come si è approdati a questo filone investigativo, su cui si regge l’impianto accusatorio – quello del tentato omicidio – bisogna riavvolgere il nastro.
Il croato, innanzitutto. Cosa ci fa lo straniero nel parcheggio della Costa dei Barbari, un posto frequentato per incontri omosessuali e scambisti? Erano circa le 3 di notte. «Ero nella mia Opel per dormire», ha spiegato il sessantenne agli inquirenti. L’uomo è un camionista. Avrebbe lasciato il tir in Friuli, nella ditta in cui lavora, per prendere la macchina e fare rientro a Pola.
Ma a un certo punto si sente stanco e si ferma alla Costa dei Barbari per riposare perché l’area di sosta di Duino, stando alle sue parole, era piena. Lo straniero chiude gli occhi e si addormenta.
La scena si sposta su De Luca. Il quarantatreenne, sposato e con un nuovo impiego amministrativo in Azienda sanitaria a Trieste (la famiglia è rimasta in Puglia), trascorre la serata all’Euphoria di Pradamano, dove beve qualche drink e assume un farmaco. Incontra qualcuno nel locale? Poco prima delle 3 l’avvocato si mette alla guida della sua Passat per rincasare. Sulla strada di ritorno si infila nel posteggio della Costa dei Barbari. Sa che è un posto di incontri: negli interrogatori non lo nega.
Vede un’auto grigia, l’unica ferma a quell’ora, abbassa il finestrino e preme il grilletto. Cinque colpi. E fugge. Il sessantenne si sveglia di soprassalto. È un croato che ha fatto la guerra dei Balcani e non si fa di certo prendere dalla paura. Le pistole non lo spaventano. Ed è infuriato per lo “sgarro” subìto. Ingrana la marcia e si lancia in un pazzo inseguimento in Costiera. Riesce a bloccare la Passat del pugliese sopra la stazione, in Campo del Belvedere. I due scendono e si azzuffano. «Perché mi hai sparato?», gli urla il croato sferrando qualche cazzotto a De Luca. «Scusa, ho sbagliato persona...», risponde lui. Lo straniero è fuori di sé: «Non hai guardato la targa? Eh?». De Luca: «Ma la macchina era uguale...». Stando così le cose, l’avvocato cercava dunque qualcuno in particolare. Questa ricostruzione traspare dalla testimonianza della vittima. Ed è una versione che pure l’avvocato ha poi confermato agli inquirenti, ma ha aggiunto di aver detto quelle parole solo per giustificarsi con il croato e togliersi dalla situazione in cui si era messo. De Luca ora sostiene di aver sparato per «scherzo» e per «sfogo» su un’auto che gli pareva abbandonata. Strano: ha bisogno di «sfogarsi» ma non lo fa esplodendo i colpi, per dire, verso l’alto, in aria. O su un segnale stradale. O un cassonetto. Ma abbassa il finestrino e mira una Opel.
Il pm adesso vuole capire se c’era un altro individuo a cui il pugliese intendeva sparare. Tra l’altro nella Passat De Luca non aveva solo la pistola: ma pure una mazza da baseball. L’indagine si sta spostando sul locale di Pradamano per capire chi può aver incontrato l’avvocato prima dell’agguato. E se nei paraggi c’era una vettura simile a quella crivellata alla Costa dei Barbari. Quella di un possibile terzo uomo. —
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