Il Gect punta le sue carte sullo sviluppo dell’Isonzo
Quella odierna sarà una giornata cruciale per il Gect e per la possibilità di ottenere (finalmente) finanziamenti. Il Programma Italia-Slovenia 2014/2020 è in fase di scrittura, il budget è di novanta milioni di euro, ed è governato da una task force formata dai rappresentanti della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, dalla Regione Veneto e dai ministeri italiani e sloveni competenti, che si stanno periodicamente riunendo per concertare gli argomenti/progettualità da inserire nel futuro Programma operativo.
La task force ha aderito all’invito del sindaco Ettore Romoli e la riunione (attesissima) del tavolo tecnico si svolgerà questa mattina a Gorizia, al Trgovski dom in Corso Verdi. Sul tavolo tutti i progetti transfrontalieri che “valgono” 20 milioni di euro. Uno dei più importanti è, senza ombra di dubbio, quello che prevede la valorizzazione turistica del fiume Isonzo: fiume che proprio in questi giorni è al centro dell’attenzione a causa della baraccopoli eretta da una sessantina di profughi afghani di cui parliamo più diffusamente in un’altra parte del giornale.
Ma entriamo nello specifico del progetto Isonzo e rispolveriamo la memoria riguardo i suoi punti-cardine. In tempi più recenti è stata la sede del centro sociale “Clandestino”: un’esperienza di autogestione fra feste, concerti, momenti di approfondimento. Poi, lo stabile di via Ponte del Torrione, una volta “svuotato”, ha continuato la sua triste vita di degrado, abbandono, repentino invecchiamento. Oggi, finalmente ci si accorge che quella può essere una risorsa formidabile vista la sua posizione. La valorizzazione dell’edificio di proprietà della Regione è, infatti, uno dei punti cardine dei progetti del Gect. Nell’ambito del progetto “Isonzo Soca” si prevede il recupero architettonico e funzionale dell’edificio “ex case Fogar” in via Ponte del Torrione a Piuma quale «punto informativo, transfrontaliero, turistico, storico-culturale, ricettivo e centro operativo-espositivo delle celebrazioni del centenario della Prima guerra mondiale al fine di riportare in evidenza l'interesse strategico del fiume Isonzo e il suo ruolo nella Grande guerra».
Qualche tempo fa c’è stato anche un sopralluogo nello stabile di Piuma da parte dei tre sindaci Romoli, Arcon (Nova Gorica) e Turk (Sempeter) per verificare la fattibilità e non sono stati riscontrati ostacoli di sorta. Non solo. Il Gect prevede anche la «riqualificazione paesaggistica» del fiume transfrontaliero, oltre alla realizzazioone di piste ciclabili e alla valorizzazione della produzione enogastromica di Italia e Slovenia. In questo contesto, il Gruppo europeo di cooperazione territoriale si occuperà anche della redazione di un documento di precandidatura per l’inserimento dell’Isonzo nella tentativ list del patrimonio Unesco. Tutto bello. Ma quali saranno le tempistiche di realizzazione? «Ottenuti i finanziamenti, dobbiamo nell’arco dei prossimi sette anni realizzare le opere e ottenere la loro rendicontazione», ha spiegato di recente il vicesindaco Roberto Sartori. Certo, diventa di fondamentale importanza l’ottenimento dei finanziamenti necessari.
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