Il Gay Pride va in scena l’8 giugno e lancia la sfida alla destra al potere
Il Fvg Pride si terrà a Trieste il prossimo 8 giugno. L’evento sarà preceduto da un mese di appuntamenti culturali e artistici. È quanto annunciato ieri in conferenza stampa dal comitato organizzatore della manifestazione. I portavoce hanno sottolineato che la scelta di Trieste come teatro dell’evento è dettata anche dai tanti casi politici per cui la città è salita alla ribalta dei media nazionali, dalla polemica sul Gioco del Rispetto al rifiuto della sala matrimoni per le unioni civili.
Hanno parlato Antonella Nicosia (presidente Arcigay Arcobaleno Trieste/Gorizia), Nacho Quintana Vergara (presidente Arcigay Friuli), Yuuki Gaudiuso (residente associazione universitaria Iris). Nicosia ha accompagnato il suo discorso con una serie di slide con cui si spiegava il perché del Pride del Triveneto in Friuli Venezia Giulia e, in particolare, perché a Trieste. Le ragioni consistono in sostanza nell’attuale «allineamento a destra del governo nazionale, regionale e dei Comuni capoluoghi», che comporta un «totale appiattimento su posizioni reazionari e radicali». La presidente di Arcigay ha elencato quindi una serie di fatti verificatisi a Trieste da quando la città è governata dal centrodestra: l’abolizione del Gioco del rispetto, la polemica sulla sala matrimoni, l’uscita dalla rete Ready, l’inasprimento del Daspo, le ronde di Forza Nuova e le sparate di Fabio Tuiach e via dicendo. Ha commentato Nicosia: «L’Fvg Pride è un’occasione per riaffermare l’impegno a lottare contro ogni forma di violenza e di discriminazione agita non solo nei confronti delle persone Lgbtqia (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer, intersessuali, asessuali), ma anche delle donne e delle persone di diversa provenienza nazionale e/o etnica». Così invece Quintana Vergara: «Ci riconosciamo nei principi del femminismo per la parità e l’autodeterminazione delle donne, nella lotta contro il razzismo e ogni forma di fascismo e totalitarismo. Siamo a fianco di ogni persona o comunità che subisce il pregiudizio e la discriminazione e i cui diritti e dignità non vengono riconosciuti. Siamo tutti diversi ma i nostri diritti devono essere riconosciuti al pari dei nostri doveri».
Quanto alle polemiche che l’annuncio della manifestazione ha suscitato, questa la posizione degli organizzatori: «Rispetto a due anni fa, in occasione del primo storico Fvg Pride 2017, la situazione politica è profondamente cambiata e non ci aspettiamo un’accoglienza dell’evento come quella della prima edizione, soprattutto da parte delle principali amministrazioni pubbliche del territorio, ma siamo fiduciosi nella risposta della società civile».
Sempre ieri il presidente regionale Massimiliano Fedriga ha dichiarato alle agenzie: «Attaccando la Regione, gli organizzatore di Fvgpride smascherano la loro vera natura che non è quella di difendere diritti ma quella di imporre un’ideologia». Risponde la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau: «Essere omosessuali è natura e non ideologia ed è grave dire il contrario. È ancor più vergognoso se a dirlo è chi dovrebbe garantire tutti». —
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