Il gabbiano Berto il cliente più fedele della pescheria
Ogni giorno, alle 13, puntuale come un orologio svizzero, Berto si presenta in pescheria. Non è un cliente qualunque, ma un gabbiano ormai diventato la mascotte di via del Coroneo. Chi a quell’ora passa davanti alla rivendita di pesce di Alessandro Carboni, all’angolo con Largo Piave, resta colpito dalla confidenza con la quale il simpatico pennuto si presenta davanti alla pescheria, attende paziente che qualcuno esca a portagli la “merenda” e, se nessuno si accorge di lui, entra con spavalderia pretendendo uno sgombro o una sardella.
Tutti nella zona lo conoscono, i turisti lo fotografano incuriositi dalla simpatica gag che mette in scena ogni giorno. I residenti si sono così affezionati a quel gabbiano da avergli dato persino un nome: “Berto”. Lo stesso di un dipendente della rivendita di pesce che più di altri si premura di nutrire il gabbiano.
L’astuta bestiola qualche volta si porta dietro pure qualche “amico”. «Viene qui, da anni, ogni giorno alla stessa ora - racconta Irina, la figlia del titolare della pescheria - qualche volta però non arriva da solo e qui fuori ad attendere un pesce troviamo altri due, tre gabbiani. Ma solo lui è fedele e, se noi siamo indaffarati e non badiamo a lui, entra pure in pescheria a riscuotere il suo pranzo».
Da tempo la rivendita non chiude per ferie ma gli anni passati, quando i titolari si prendevano qualche giorno di vacanza e il negozio tirava giù le serrande, il gabbiano aveva escogitato un piano alternativo. «Attendeva un po’ fuori dalla pescheria - racconta Elena Debiasi, titolare della vicina salumeria di via Beccaria - poi, rassegnato, girava l’angolo e veniva a battere il becco sulla mia porta, in attesa di un pezzetto di prosciutto».
Un gabbiano furbo, intelligente e viziato. Nessuno si è mai lamentato per la presenza di Berto in pescheria, nessuno passando da quelle parti e vedendolo attendere fuori dalla rivendita l’ha cacciato via. Anzi, tutti lo guardano con simpatia e nutrono per lui grande affetto. «Gli ho fatto una miriade di foto - riferisce Urbano Sabadin, residente di via del Coroneo - le ho più volte confrontate e sono certo che è sempre lo stesso gabbiano. Ma poi Berto è inconfondibile proprio per il modo di atteggiarsi. Il suo modo di attendere paziente ed immobile fuori dalla pescheria, di entrare quatto quatto sono inconfondibili». «Non dà fastidio a nessuno - valuta Giuliana Rojac, residente in Foro Ulpiano - ormai è la mascotte della nostra zona come il gatto Tigro lo era per Cavana. Ed è confortante vedere come i titolari e dipendenti della pescheria, invece di cacciarlo via in malo modo, l’abbiano in qualche maniera adottato. In fondo chiede solo un pesciolino e poi se ne va».
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