Il Fvg svela i piaceri «irripetibili» del gusto

Censiti 314 ristoranti e osterie, 120 agriturismi e 164 botteghe artigiane.Tra le curiosità i birrifici, le distillerie e i 40 locali più adatti per i ricevimenti. La presentazione mercoledì 14 settembre alle 11 nella Camera di Commercio in piazza della Borsa 14
Un risotto di pesce
Un risotto di pesce

Mercoledì 14 settembre alle 11, nella sede della Camera di Commercio in piazza della Borsa, 14, a Trieste La Repubblica presenta la "Guida ai sapori e ai piaceri della Regione Friuli Venezia Giulia 2017 ", in edicola in questi giorni.

TRIESTE. Saremo anche l’estrema propaggine a nordest dell’Italia, la regione che, quando si parla con gli stranieri, si indica genericamente come «a est di Venezia», l’invenzione geopolitica che ha impastato in fretta e furia i danni frontalieri di due guerre, ma quanta polpa, signori!

È raro, in effetti, trovare una così alta percentuale di eccellenze, ricchezze enogastronomiche, tradizioni uniche in così pochi chilometri quadrati, lungo il percorso che si snoda da Trieste fino a Tarvisio. In tal senso la nuova “Guida ai Sapori e ai Piaceri della regione”, edita dalla “Repubblica” e in edicola in questi giorni, fotografa al meglio, in modalità random e senza giudizi, tutta l’incredibile varietà del nostro comparto enogastronomico.

Bastano i numeri, del resto, a dare l’idea della complessità del lavoro svolto. L’agile libretto, in vendita a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano, recensisce ben 314 ristoranti sparsi nelle quattro province del Fvg, dai miti Scarello e Suban alle osterie di campagna, e 120 agriturismi e bed & breakfast.

Ancora: 164 delle cosiddette Botteghe del gusto, piccoli posti magici dove si può comprare magari del miele o un salume particolare, spacci aziendali e laboratori artigianali. Per chi è alle prese col dilemma di sempre, il posto di ampie dimensioni dove organizzare un evento piccolo o grande, dalla festa del bambino e un matrimonio, esiste anche l’indicazione di almeno 40 location di ampia metratura, sparse sul territorio.

Siete tra quanti amano andare alla ricerca della genuinità a tavola, magari provvedendo personalmente all’approvvigionamento delle materie prime? Bene, la guida vi offre la possibilità di scegliere tra 54 tipi di formaggi da acquistare direttamente in malga, vi indirizza verso il vostro vino “finale”, da assaggiare dal vostro produttore a scelta tra i 125 citati, o verso la “bionda” migliore da testare in 24 birrifici artigianali, per finire con l’ammazzacaffè da individuare in 11 distillerie.

Attenzione, però: l’intestazione parla chiaramente di piaceri che, per fortuna, non sono solo e necessariamente quelli della gola, anche se essendo in area baedeker l’enogastronomia fa la parte del leone.

Via libera dunque, a mo’ di companatico culturale ed escursionistico, alla possibilità, ad esempio, di usufruire del territorio anche attraverso le sue sempre più estese piste ciclabili. E ancora: lunga la descrizione e ricca l’offerta per chi vuole vivere la regione con gli sci ai piedi, con l’indicazione delle migliori piste del Friuli Venezia Giulia.

Su un livello più alto, e decisamente meno “cheap”, anche la mappa dei campi da golf, in sicura crescita nella nostra area.

Diretta da Giuseppe Cerasa, la guida sfugge alla tipologia odierna più tipica della ristorazione, legata a stelle, canguri, cappelli e valutazioni varie. Ma se volete avere sotto mano rapidamente indirizzo e numero di telefono di un qualche locale della zona in cui state passando, le possibilità offerte sono ottime e abbondanti.

Come scrive Cerasa nell’introduzione, «qui è più facile che altrove fare le cose per bene. Ci sono le materie prime, ci sono le tradizioni familiari, c’è la costante ricerca di prodotti d’eccellenza, c’è la capacità di saper coniugare prodotti e vocazioni che si intrecciano con quelli del passato e che parlano linguaggi solo apparentemente differenti».

Annotazioni affettuose ma tutt’altro che regalate, alle quali ha contribuito di sicuro la conferma di un altro dei tesori del territorio, il comparto enologico.

Scrive Cerasa: «Qui c’è un grande vino, qui si è capito che la grappa poteva competere con tutti i grandi distillati su scala mondiale, qui c’è un intreccio di civiltà che affonda le proprie radici nella storia e restituisce ai sensi, al colore, al palato, ma anche all’organizzazione dei pensieri e della vita qualcosa di irripetibile...».

E godiamoci dunque la nostra irripetibilità, la possibilità di cambiare cibo e impostazione nell’arco di una manciata di chilometri, le cantine che molte altre regioni ci invidiano, una rete di accoglienza già ben strutturata e l’insostituibile creatività dei nostri produttori, a tutti i livelli.

In Friuli Venezia Giulia, annotazione comune, si mangia e si beve mediamente bene. Frequentare alcuni dei molti posti citati, in tal senso, è anche un formidabile stimolo per ristoratori, distillatori, vignaioli e artigiani a far meglio. I nomi non mancano di certo. Da oggi potete iniziare a spulciare la lista...

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