Il Fvg al governo: non pagheremo noi i debiti sicliani

Tondo: «È la prova che le regioni speciali non sono uguali». Anche Zaia e Ciriani scaricano l’isola
Lasorte Trieste 13/10/10 - Camera di Commericio, Corridoio 5, TAV, Renzo Tondo
Lasorte Trieste 13/10/10 - Camera di Commericio, Corridoio 5, TAV, Renzo Tondo

di Elisa Coloni

I governatori del Nord, uniti e all'unisono, scaricano sonoramente la Sicilia. Il leitmotiv, nelle dichiarazioni che ieri si rincorrevano all'ombra delle Alpi, era infatti lo stesso: «Nulla contro i siciliani, ma la festa è finita. Che si paghino i debiti da soli, perché dalle Regioni virtuose del Nord non arriverà più un euro. Anche perché, di euro in cassa, ce ne sono pochi anche qui». Una posizione chiara, netta, che non lascia filtrare alcuna ipotesi di ripensamento o negoziazione. Semmai qualche battuta, come quella consegnata a Twitter dal presidente della Lombardia, Roberto Formigoni che, pur non vivendo in casa propria una situazione tutta da ridere, si è lasciato andare all'ironia e ha commentato l'odissea insulare in siciliano: «Na terra accussì bedda, a stannu affunnannu. Lombardo, di lombardu ha sulu u cugnomu». Che, tradotto in italiano, significa «Una terra così bella, la stanno affondando. Questo Lombardo, di lombardo, ha solo il nome». Per un governatore in vena di battute, e altri, in primis Luca Zaia e Roberto Cota, che hanno srotolato parole e considerazioni sul possibile default della Sicilia, un altro, il nostro Renzo Tondo, si è limitato a rilasciare una frase stringatissima, perché «troppo stanco» e affaticato dai fitti incontri romani sulla spending review. «Il caso Sicilia? Beh, è la dimostrazione che è arrivato il momento di considerare in modo diverso le specialità regionali, perché non sono tutte uguali». Più loquace il vicepresidente Fvg Luca Ciriani: «La responsabilità dei disastri siciliani non può che ricadere sugli amministratori che li hanno provocati e su chi li ha eletti. Lo dico con rammarico nei confronti dei siciliani onesti, ma non si può chiedere ai cittadini delle regioni virtuose di continuare a pagare al posto di chi ha dilapidato miliardi senza produrre né crescita né occupazione. Sarebbe difficile spiegare ai cittadini del Fvg perché dovrebbero pagare anche loro per lo stato in cui sembrano versare le finanze della Sicilia». Parole cui si sono uniti anche altri due esponenti di giunta, i leghisti Claudio Violino e Federica Seganti: «Il Fvg è una Regione virtuosa. Le Regioni speciali del Nord non sono le speciali del Sud. Non siamo disposti a pagare i debiti della Sicilia». Il governatore veneto Luca Zaia ha snocciolato pure qualche cifra: «La nostra Regione ha l’80% delle Dolomiti e poche centinaia di forestali a presidio, mentre la Sicilia ne ha assunti 27mila. Com'è possibile? I veneti sono un popolo solidale, ma in nessun caso saranno disposti a ingrassare le cicale di sempre. In tempo di crisi dobbiamo pensare prima ai nostri cittadini». Poi, soffermandosi sulla sanità, Zaia ha lanciato una proposta: che si chieda a tutti di applicare i costi standard del Veneto. «Lo scaricabarile è una tecnica assai vecchia che non siamo più disponibili ad accettare - ha sottolineato il governatore piemontese Roberto Cota - I debiti della Sicilia non li possono pagare sempre gli altri, cioè noi».

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