Il “Führer serbo” addestra i camerati veneti

Davidovi„, arrestato a Trieste nel 2009, dà una mano alla campagna elettorale di una lista di destra
Serbian riot police arrest Goran Davidovic, leader of of neo Nazi group "Nacionalni Stroj" (National Front) in the northern Serbian city of Novi Sad October 7, 2007. Serbian police arrested on Sunday around 30 members of the small neo Nazi organization, whose rally was banned last month after it was condemned by Serb parties and the World Jewish congress. REUTERS/Marko Djurica (SERBIA)
Serbian riot police arrest Goran Davidovic, leader of of neo Nazi group "Nacionalni Stroj" (National Front) in the northern Serbian city of Novi Sad October 7, 2007. Serbian police arrested on Sunday around 30 members of the small neo Nazi organization, whose rally was banned last month after it was condemned by Serb parties and the World Jewish congress. REUTERS/Marko Djurica (SERBIA)

di Stefano Giantin

Affinità elettive tra una parte della destra italiana e neonazisti balcanici. Un filo rosso, anzi nero, che lega il Triveneto alla Serbia. Più precisamente, che collegherebbe il “Progetto nazionale”, in corsa alle prossime elezioni politiche in Veneto, e Goran Davidovi„. Davidovi„, soprannominato il “Führer”, leader del “Nacionalni Stroj” (“Formazione nazionale”), piccolo movimento serbo di ultradestra messo fuorilegge nel 2011 dalla Corte costituzionale di Belgrado. Davidovi„, che è ben conosciuto anche a Trieste per esservi stato arrestato nel 2009 e poi da lì estradato in Serbia, dov’era al tempo atteso per scontare una condanna per istigazione all’odio razziale. Il “Führer” oggi è “l’anima” dello spazio internet “Forum dei patrioti serbi”, «comunità internet di nazionalisti serbi». Un forum dove il neonazista ha postato il diario del suo ultimo viaggio in Italia. Un viaggio in terra veneta, dipanatosi una settimana fa tra Verona e Vicenza per «l’inizio della campagna elettorale dei nostri camerati in Italia», scrive personalmente Davidovi„. Una trasferta nata «dall’invito dell’amico Piero Puschiavo», precisa l’estremista serbo. Puschiavo che, sul suo sito ufficiale, ricorda il proprio impegno negli anni Ottanta nell’allora Msi, l’iscrizione al Movimento Sociale Fiamma Tricolore nel 2004 e la fondazione, nel 2010, del «laboratorio politico» “Progetto Nazionale Fiamma Futura”, «di cui Puschiavo assume la guida».

Un laboratorio che Davidovi„, stando al suo diario, segue da vicino, auspicando che i candidati di Puschiavo «facciano bene alle elezioni con la speranza che possano entrare in un nuovo governo di destra». Anche perché, ricorda il “Führer di Novi Sad”, «questo gruppo di rivoluzionari della defunta Fiamma Tricolore ha il sostegno di molte altre organizzazioni nazionalistiche tra cui il Veneto Fronte» Skinhead (Vfs). E annovera anche il supporto di Davidovi„, che in una delle foto postate sul forum si vede parlare dal palco durante la riunione di “Progetto Nazionale”, a Verona il 26 gennaio. Poco sopra, il titolo «Nazionalisti serbi e italiani sullo stesso fronte, spalla a spalla». Ma per Davidovi„, nella trasferta italiana, c’è stato spazio anche per una piccola ma amara delusione. «Malgrado fosse stato annunciato come ospite, al meeting non si è presentato il sindaco di Verona, Flavio Tosi», rivela Davidovi„. «Lo conoscerò un’altra volta», ha poi auspicato, sottolineando così l’interesse per una personalità politica di spicco «di cui ho sentito tante cose belle». «Anche se è della Lega Nord, il sindaco durante le elezioni regionali è stato appoggiato dai nostri camerati a Verona, e Piero Puschiavo ha un’ottima collaborazione con la Lega», ha ricordato il leader dell’ultradestra serba. Rimane una domanda. Se non ci siano state remore da parte della destra veneta a incontrare colui che l’agenzia Reuters ricorda aver organizzato raduni per commemorare il compleanno di Himmler e assaltato una riunione di studenti antifascisti a Novi Sad. Una domanda a cui Puschiavo, ieri all’estero, non ha potuto rispondere in tempo utile prima della chiusura del giornale.

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