Il Friuli Venezia Giulia ricomincia a fare figli

Dal 2002 il tasso di fecondità è cresciuto del 22,3% contro il 9,4% nazionale. Ma si riduce l’aspettativa di vita. Spesa sanitaria più alta della media

TRIESTE. Contrordine. L’Italia non è più solo un Paese per vecchi. Men che meno il Friuli Venezia Giulia dove si torna a fare figli. Qui in regione la natalità, insieme alla speranza di vita e alla mortalità, manda segnali finalmente positivi. Ce lo dice il lungo e dettagliato rapporto di Osservasalute sul trend del 2015 che ha passato al setaccio abitudini e stili di vita dei residenti, compreso fumo e sovrappeso. Siamo più o meno sportivi di prima? E dove preferiamo farci curare? In quanto a esami e medicinali quanto spendiamo? La popolazione ai raggi x.

Ma è dal tasso di fecondità che, stavolta, arriva il dato più importante: un’impennata del 22,3% in Fvg, contro un valore nazionale assestato al 9,4%. L’incremento ci dovrebbe preservare dall’autoestinzione? Forse, sebbene il numero di bebè per donna (1,37 in Fvg, 1,39 in Italia) risulti ancora insufficiente a garantire quella “sostituzione” necessaria a un pieno ricambio generazionale.

Dinamiche che, a giudizio dei sociologi, vanno messe in stretta relazione con la crisi economica degli ultimi anni. Per tenere il passo le mamme dovrebbero sfornare 2,1 bimbi a testa. In ogni caso la maggior natalità, stando agli esperti, la dobbiamo soprattutto alla popolazione immigrata, come emerge rispolverando le statistiche Istat citate in tutti gli studi demografi: per le straniere il numero medio di figli è di 1,91 a testa (un lieve calo dal 2,1% del 2013). Una curiosità: i parti con taglio cesareo raggiungono quota 23,9%, uno dei valori più bassi documentati nelle altre regioni, dove invece ci si colloca su una media del 36,1%.

«Dalla Somalia ai miei quattro “muli”»

A tutto ciò fa da contraltare la speranza di vita. Nel 2015, sia a livello nazionale che regionale, si riduce l’aspettativa di vita tanto per i maschi quanto per le femmine. Un calo lieve, certo, ma è un’inversione di tendenza. La prima da molto tempo. In Friuli Venezia Giulia, in verità, le donne sono più longeve che nel resto della Penisola: 85 anni contro 84,7. I maschi, invece, sono lievemente sotto la media: 79,9 anni contro 80,1. Il tasso di mortalità, per quanto riguarda l’arco temporale 2006-2012, indica una riduzione (-4,7% contro il 6,4% valore nazionale). Dopo il 2010 si osserva invece una sostanziale stabilità del dato.

Su tutto questo incidono, naturalmente, gli stili di vita. O le cattive abitudini come il vizio della sigaretta. In Friuli Venezia Giulia, analogamente al resto del Paese, fuma ben il 19,5% della popolazione (dato del 2014) ma pur sempre meno di prima: è il 7,1% in meno del 2007 (-11,8% in Italia). La legge Sirchia del 2003, con il divieto di fumo nei locali pubblici, oltre a tutte le campagne di prevenzione, evidentemente ha portato frutti negli anni. Diminuisce, inoltre, la quota di persone in sovrappeso (-5,5%), mentre in Italia aumenta del 4,3%. Tra gli adulti, tuttavia, non va d’accordo con la bilancia il 34,4% dei residenti (valore nazionale 36,2%). Il 10,8%, pressappoco come la media italiana, è obeso (+3,8%). Qui grava, con ogni probabilità la poca propensione a muoversi. Il 27,8% - ma è addirittura il 39,9% in Italia - non fa sport. Siamo davanti a pericoloso incremento della quota di inattivi che in regione supera il 10%.

Osservasalute, insieme a fumo e peso, ha dato un’occhiata pure alla tendenza a preservarsi dalle malattie stagionali, come l’influenza: il 49% degli ultrasessantacinquenni, in Friuli Venezia Giulia, sceglie di vaccinarsi. Ma è un dato in caduta libera: tra il 2000 e il 2014 ben il 22,8% in più delle persone ha preferito tenersi lontani dagli ambulatori delle Aziende sanitarie e dai medici di famiglia per prevenire febbre e dolori articolari, mentre nella Penisola è un’abitudine seguita da sempre più cittadini (+19,4%). Circostanza, questa, che pone qualche interrogativo sulle campagne di sensibilizzazione e informazione della sanità pubblica, a maggior ragione dinnanzi all’assalto ai Pronto soccorsi degli ospedali, emerso in questi mesi.

In tempi di riforma, riassetti e spending review, ecco ancora un dato sulla spesa sanitaria pro capite in Friuli Venezia Giulia decisamente più alta che nel resto d’Italia: 1.960 euro annui contro i 1.817. Per la regione è comunque una flessione del 2% (valore nazionale -2,3%) tra il 2010 e il 2014. La coperta è più corta, si sa, soprattutto per gli ospedali. Il sistema sanitario oggi tende a favorire le cure e l’assistenza territoriale più che quella in corsia, destinate a fronteggiare i tagli ai posti letto. In ogni caso, rileva il Rapporto di Osservasalute, la percentuale di anziani trattati in assistenza domiciliare o negli ambulatori territoriali si attestava nel 2013 al 77%, contro un valore nazionale pari all’83,5%. Una diminuzione, tra il 2006 e il 2013, del 2,5%.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo