Il fisico che spiega i buchi neri con l’Amleto
TRIESTE Che c’azzeccano Romeo e Giulietta con i buchi neri? E l’Amleto? Anche la scienza ha un cuore e la ricerca dell’essere (e del non essere), o di chissà quale verità, può trasformarsi in qualcosa di davvero semplice e divertente. Hanno dato tre minuti al ventitreenne Lorenzo Pizzuti, dottorando all’Università di Trieste e associato all’Istituto nazionale di astrofisica, nella sua applauditissima esibizione di qualche giorno fa a Roma sul palco dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana. E in tre minuti è riuscito a raccontare i misteri dei corpi celesti prendendo in prestito le più celebri tragedie shakespeariane.
Pizzuti si è aggiudicato la prestigiosa finale nazionale di “FameLab”, una sorta di talent show della comunicazione scientifica, e ora parteciperà alla fase internazionale in Gran Bretagna. Lorenzo è approdato alla gara di Roma dopo aver superato nel febbraio scorso la prima fase a Trieste, una delle sette città in cui si sono svolte le selezioni locali, organizzata da Science Centre Immaginario Scientifico, Comune, Università e Sissa. Lo studioso, originario di Terni, attualmente lavora in forza all’Osservatorio Astronomico di Trieste. L’universo, i segreti della natura e della fisica l’hanno affascinato fin da bambino. Una passione che ha affiancato a quella di pianista e concertista: parlare in pubblico, per lui, oggi è un gioco.
Per la sfida a Roma il giovane dottorando ha utilizzato un linguaggio originale, a cui finora nessuno aveva pensato: versi e mimica che rimandavano al celebre drammaturgo. Una coppia di particelle è diventata così una coppia di giovani amanti alle prese con gli strazianti tira e i molla delle vicende amorose destinate a svanire nel nulla. «È simile all’idea dell’evaporazione dei buchi neri - rileva il ventitreenne - il concetto dipende dal fatto che due particelle sono prodotte vicine al buco. Una cade, l’altra fugge...». Fantascienza? No, il tragico destino di infiniti cuori spezzati che ha inondato di inchiostro pagine di romanzi e poemi. «La particella non può congiungersi con la sua amata... e tutto evapora, scompare».
Per Lorenzo “FameLab” è stata la prima occasione di provare il piacere di condividere con centinaia di ragazzi la propria passione. «Cercate di appassionarvi a qualcosa e di farlo per il resto della vostra vita con più passione che potete, con più gioia e felicità che potete, anche nel trasmetterlo agli altri», ha detto agli oltre 400 studenti che affollavano l’auditorium dell'Asi. La sua esibizione ha stupito la giuria, composta da ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, astrofisici, giornalisti e altri studenti. Pizzuti ha dimostrato padronanza della materia e capacità di trasmettere i concetti in modo chiaro ed empatico. Premiato da Anna Sirica, direttore generale dell’Asi, Lorenzo affronterà ora gli altri concorrenti provenienti da ogni parte del mondo nella finale di “FameLab International”, in programma in giugno a Cheltenham in Gran Bretagna, nell’ambito del Cheltenham Science Festival. «Per me è un orgoglio, sono molto contento di questa esperienza - afferma - parlare della scienza in questo modo consente di rendere argomenti forse non proprio semplicissimi in qualcosa di comprensibile per tutti. Questo si può fare anche divertendosi».
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