Il “fenomeno” Melania rilancia la sua città natale

LUBIANA. Forse il suo illustre marito non sta facendo bene agli Stati Uniti e al mondo, ma lei, di certo, sta indirettamente costruendo le fortune della sua cittadina dove è nata in Slovenia. Stiamo parlando, ovviamente, della first lady Melania Trump, 47 anni, e della sua Sevnica a una ventina di chilometri a sud di Celje e affacciata sul fiume Sava.
Dopo la primissima “torta Melania” coperta di cioccolato bianco in onore del suo colore preferito, ma che scatenò le ire legali della stessa first lady la quale, con il suo avvocato sloveno, sostenne che il suo nome non poteva essere usato in quanto coperto da copyright, i suoi concittadini non si sono certo arresi e hanno proseguito a produrre un vero e proprio merchandising relativo alla loro illustre concittadina bypassando l’ostacolo legale dei diritti riservati chiamando tutti i prodotti con il nome di “first lady”, anche se qualcuno se ne è infischiato e continua a chiamarli con il nome di battesimo della moglie dell’uomo più potente del mondo.
E così, a Sevnica, ecco che il caffè Kruhek serve lo strudel Melania fatto con la qualità di mele tipica di Sevnica, la “sevinška voščenka” (candela), nella pizzeria Rondo servono un dolce di panna ripieno di fragole, ben guarnito e presentato su un “piatto presidenziale”.
C’è poi la pasticceria Julia, che per prima ebbe l’idea di dedicare un dolce alla first lady, ossia l’oramai “storica” torta Melania (del dolce ha parlato anche l’americana Nbc), ma anche la trattoria Ribnik ha predisposto un menù Melania dove la trota la fa da padrona, mentre a Lisica presso Tončkov dom, luogo famoso per le sue palačinke (crépes), tra i vari gusti c’è ora anche quello dedicato all’illustre nativa.
Zdravko Remar dell’agenzia turistica “Doživljaj Posavje” spiega che nel loro ufficio e al castello di Sevnica hanno creato una vera e propria linea di prodotti dedicati alla loro concittadina che ora vive alla Casa Bianca. «L’abbiamo chiamata First Lady - spiega al portale sloveno 24ur.si - e in essa sono inclusi il salame, un vino particolare costituito da uvaggi di franconia assieme ad altri quattro proposti da altrettanto famosi enologi della nostra zona». «Ci sono poi - prosegue Remar - i fagottini di mele rigorosamente della qualità “sevniška voščinka” ricoperti di cioccolato, il tè First Lady fatto con le erbe locali, due tipi di cioccolata, praline sempre di cioccolato, una crema per il viso e la pelle e una tazzina di terracotta». Tutti prodotti che, a detta dello stesso Remar, vanno alla grande.
Chi del fenomeno Melania ha una visione più ampia che va al di là del merchandising è il sindaco di Sevnica Srečko Ocvirk il quale fa notare come complessivamente il flusso turistico nella cittadina sia aumentato del 30 per cento. Andata via la torma di giornalisti che ha assediato le vie del piccolissimo centro le ore successive l’elezione di Trump alla Casa Bianca, ora è la stagione dei curiosi che vogliono visitare i luoghi dell’infanzia della First Lady. Sono americani, ma anche inglesi, tedeschi, francesi, italiani, polacchi. E così il Comune ha deciso assieme alla facoltà di turismo dell’Università di Lubiana di dare vita a una nuova strategia dell’accoglienza. Vogliono avvicinarsi maggiormente a quelle che sono le richieste del turista, specialmente quello europeo. E in questo processo il Comune vuole includere l’intera popolazione. «Chiunque abbia una buona idea, un’iniziativa potrà farsi avanti - spiega il primo cittadino - per costruire insieme il futuro della nostra località». «Desideriamo - spiega ancora il sindaco - essere non solo il Comune di Melania o del castello che domina la città dal colle, ma puntiamo a essere conosciuti anche come una destinazione “verde” ben preparata ad esempio ad accogliere al top gli appassionati della bicicletta o i pescatori».
Se non sarà ricordata come la moglie del miglior presidente degli Stati Uniti, di certo Melania sarà la reginetta del suo paese natio che proprio su di lei sta costruendo un nuovo futuro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo