Il fascino irresistibile dei luoghi abbandonati
Troppo spesso si sente dire che qualcuno vuole andarsene, vuole partire per ritrovare la tranquillità dimenticata nelle città, cercando angoli di paradiso e il contatto con la natura.
Meta di questi viaggi potrebbero essere i "luoghi fantasma" sparsi nel mondo, abbandonati e dimenticati dall'uomo, di cui la natura si è riappropriata, talmente affascinanti che verrebbe da pensare che la scomparsa del genere umano non sarebbe poi così male, quantomeno da un punto di vista estetico. E in effetti sta nascendo una vera e propria moda che attira fotografi, scrittori e artisti verso i luoghi abbandonati. Al punto che pè nato il neologismo “abbandonologo” per definire chi perlustra il territorio alla ricerca di borghi abbandonati, edifici pubblici e privati in rovina, strutture e attività dismesse (luna park, orti, giardini, stazioni, ecc.), di cui documentare l'esistenza e studiare la storia. Si potrebbe ideare un viaggio alla riscoperta di questi posti surreali: ingarbugliati fra le liane, in rovina o coperti dalle acque, partendo da San Fruttuoso, vicino a Portofino, dove troviamo la statua del Cristo sommerso, elevata a simbolo di chi nel mare ha riposto la propria passione, per poi muoversi verso Kolmanskop, un piccolo insediamento in Namibia usato dai coloni tedeschi per la ricerca di diamanti e ora completamente avvolto e conquistato dalle sabbie del deserto.
Per giungere poi alla tristemente affascinante città di Pripyat, che si trova nella "Zona di alienazione" nel nord dell'Ucraina, un luogo contaminato e abbandonato in seguito al disastro di Chernobyl, ora museo a cielo aperto in cui il tempo si è fermato, per finire lungo le coste dell'Australia, dove troviamo lo scafo della SS Ayrfield, una grande nave a vapore che sarebbe dovuta essere smantellata ma, chiuso l'impianto, fu abbandonata: ora è una stupenda foresta galleggiante, selvaggia e inospitale che fa comprendere la superiorità della natura sull'uomo. Dal deserto al mare, nonostante la natura se ne sia riappropriata, rendendoli luoghi inospitali, ha comunque messo il suo tocco, ricreando paesaggi dal fascino misterioso ma indimenticabile.
Valentina Caliri
III B Liceo Scientifico
“Duca degli Abruzzi”
Riproduzione riservata © Il Piccolo