Il faro di Pirano alla Can costiera italiana

L’Associazione ne curerà la gestione per cinque anni: obiettivi, restauro e valorizzazione. Sabato prima apertura al pubblico

PIRANO. Si prospetta una nuova giovinezza per il faro di Pirano, l’unico sul territorio sloveno, che verrà rivalorizzato in chiave turistica. La locale Comunità autogestita della nazionalità italiana (Can), che è una forma associativa differente rispetto alle Comunità degli Italiani, si è aggiudicata la gestione della struttura dalla municipalità per un periodo di cinque anni.

Soddisfatissima la presidente dell’organismo, Nadia Zigante. «Per noi - spiega - è importantissimo essere diventare custodi di questo patrimonio, tutelandolo e rilanciandolo anche con l’obiettivo di aprirlo al pubblico dopo che per troppo tempo è rimasto inaccessibile, scatenando le lamentele di piranesi e turisti». «Vogliamo includere il faro - prosegue - nel tour dei luoghi da visitare sul nostro territorio: ci proponiamo di farlo poiché, oltre a costituire un elemento architettonico e culturale di grande pregio e bellezza, esso rappresenta la storia locale con un ampio potenziale per la diffusione della cultura piranese».

Così, tra gli obiettivi primari dell’organismo minoritario, ci sono ora proprio la nuova valorizzazione e la tutela del faro inteso come bene materiale e culturale.

Apertura al pubblico. Al momento si intende riaprirlo al pubblico già sabato prossimo, data entro la quale verrà effettuato un primo intervento di pulizia degli spazi, soprattutto dell’ex dimora del guardiano del faro. Nel frattempo in città saranno collocate tabelle informative e verranno stampati degli opuscoli e volantini in diverse lingue. Il prezzo d’entrata sarà simbolico, così da stimolare e agevolare il flusso dei visitatori. In una fase successiva - ma si spera a breve termine - si procederà alla realizzazione di un progetto di restauro vero e proprio, consultando gli architetti e l’Istituto dei beni culturali. Per quel che riguarda il finanziamento, la Can parteciperà ai bandi del ministero della cultura sloveno.

Spazio culturale. L’idea è quella di allestire nel faro laboratori di pittura e fotografia, e una piccola galleria per mostre d’arte ed eventi serali di vario genere. C’è anche l’iniziativa di istitituire una rete di collegamento tra i fari nella regione, quelli di Salvore e Trieste, evidenziandone vicende e peculiarità. La Can intende inoltre avviare una collaborazione con la Parrocchia, considerata la vicinanza del faro, con la chiesa della Madonna della Salute, e con diverse associazioni attive in città. Il faro, alto 10,5 metri, venne costruito nel 1617 su Punta Madonna per illuminare la rotta ai naviganti. La sua particolarità è che è incorporato nel campanile della chiesa formando un unico edificio.
 

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