Il Far West delle aperture tra prove di forza e sanzioni

Serrande alzate a macchia di leopardo nel debutto della legge sul commercio. Luci accese al Città Fiera di Udine. A Muggia chiuso il Montedoro Freetime. Il Tar accoglie 24 ricorsi, oggi molti negozi aperti
Bumbaca Gorizia 05.12.2013 Apertura Tiare - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 05.12.2013 Apertura Tiare - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

TRIESTE. Il giorno del primo test sul campo è arrivato. Dopo vivaci polemiche, i ricorsi al Tar del gruppo Bennet (per i centri di Ronchi e Pradamano), la concessione a Trieste del “titolo” di città turistica (che consente a tutti i negozi di tenere aperto), oggi si vedrà in che misura il mondo del commercio rispetterà la legge regionale sulla chiusura nelle giornate festive. Il vicepresidente della Regione e assessore competente, Sergio Bolzonello, ha ribadito infatti che le sospensive, e quindi la possibilità di tenere aperto, sono valide solo per chi ha fatto ricorso. Chi dovesse trasgredire, quindi, deve attendersi l’arrivo di una multa di diverse migliaia di euro.

Ieri intanto sono stati accolte dal Tar 24 richieste di sospensiva della legge regionale 4 del 2016 presentate da molte aziende della Grande distribuzione organizzata in 17 comuni. Si tratta, in regione, di 16 Despar (Aspiag Service) di altrettanti comuni tra Udine, Pordenone e Gorizia, due Billa, due profumerie Limoni S.p.A., due PAM, due Bennet e La Gardenia Beauty di Pradamano. Rigettata la sola istanza del Bennet di Sacile. Federdistribuzione auspica che la misura possa essere confermata alla prossima udienza del 23 novembre al Tar.

A prescindere dalle sanzioni, il quadro che si prospetta è alquanto variegato, con posizioni diverse sia fra gli operatori sia fra i sindaci. Proprio le vicende degli ultimi giorni hanno fatto cambiare rotta ad Antonio Maria Bardelli, patron del centro commerciale Città Fiera di Martignacco. Premettendo di non essere contrario alla chiusura festiva, «visto che da anni chiudiamo durante sei festività», Bardelli spiega che la posizione iniziale era di rispettare la legge per i negozi del suo gruppo, lasciando libertà di decisione agli operatori del centro commerciale (che comunque dispone di cinema, bar, ristoranti e altre attività non soggette alla norma). «Ma quando abbiamo visto la decisione a favore di Trieste e la sospensiva concessa dal Tar a Bennet - spiega Bardelli - abbiamo detto: questa volta i negozi del gruppo restano aperti, lasciando sempre la libertà agli altri operatori di lavorare o tenere chiuso».

Bardelli sottolinea di non voler entrare in polemica con la Regione, e ribadisce di condividere il principio sulle chiusure, ma osserva anche che «si deve tener conto dei bilanci delle aziende, e quindi chiuderemo quando la legge varrà per tutti. In una situazione in cui i concorrenti aprono - conclude - non potevano fare diversamente». Fra questi concorrenti, tanto per non andare lontano da Città Fiera, c’è Leroy Merlin, il “regno” del bricolage, che appunto oggi rimane aperto.

Sulla statale Udine-Tricesimo, costellata di centri commerciali e punti vendita dei più svariati marchi, a quanto risulta gran parte degli operatori rispetterà la legge, come del resto ha già annunciato di fare Gianni Arteni, a capo dell’omonimo centro di Tavagnacco. «Noi rispettiamo la norma, come abbiamo sempre fatto - conferma Arteni - e quindi chiudiamo dappertutto, anche a Città Fiera, anche se siamo sicuri che molti terranno aperto. Siamo comunque siamo alle solite, con una situazione confusa. Mi chiedo se la Regione a statuto speciale è libera di legiferare o meno». Mi auguro - aggiunge - che i Comuni facciano rispettare la norma, a meno che ritengano che le leggi regionali non valgono...».

In provincia di Gorizia il problema riguarda soprattutto il Tiare di Villesse, la cui galleria rimarrà aperta, visto che al suo interno sono presenti cinema, bar e ristoranti, non vincolati, come detto, alla chiusura nelle festività. Resta da vedere come si comporteranno i singoli esercizi commerciali.

Nel capoluogo isontino la legge sarà comunque rispettata. «Se qualcuno apre senza autorizzazione - rileva il sindaco Ettore Romoli - il comandante della polizia urbana agirà di conseguenza. La legge regionale va osservata». Romoli precisa però di non condividere questa norma, frutto di «scelte fatte con criteri discutibili», ritenendo invece più giuste le chiusure domenicali. «Alla fine - osserva - chi ci rimette sono i piccoli commercianti».

A difesa del piccolo commercio si schiera anche il sindaco di Muggia, Laura Marzi, la quale, pur dicendosi d’accordo con la Regione nella difesa dei diritti dei lavoratori, osserva che «le grandi strutture commerciali possono permettersi di tenere aperto e pagare sanzioni di qualche migliaio di euro. Il piccolo commerciante, che ci sta più a cuore, non può invece farlo». Marzi commenta anche il riconoscimento di città turistica dato a Trieste. «Ci sarebbe piaciuto - rileva- di concordare assieme la richiesta alla Regione di territorio turistico, ma i tempi erano troppo stretti. A questo punto - annuncia - stiamo valutando con gli altri Comuni della provincia di fare un’analoga richiesta tutti assieme, che darebbe la possibilità ai piccoli commercianti di far fronte alla concorrenza dei centri commerciali».

Restando in comune di Muggia, intanto, il centro commerciale Montedoro Freetime oggi rispetta la norma regionale. «Abbiamo sempre chiuso nei giorni festivi, anche prima di questa legge - precisa il direttore, Sergio Bavazzano -. Vista la nostra posizione extraurbana, la giornata di chiusura non influisce molto sul risultato economico».

 

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