Il dottor Donada torna in pista come specialista per lo sport

È stato realmente una delle colonne dell’Ospedale di Gorizia. E, oggi, Carlo Donada sta tornando in pista. L’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina informa, infatti, che è stato conferito allo stesso Donada, l’incarico di lavoro autonomo quale medico specialista in “Medicina dello sport” per l’area isontina.
«Alla luce della ripresa delle attività sportive, proprio per garantire e rafforzare la continuità assistenziale ai nostri atleti, vengono implementate le risorse dando al territorio i professionisti richiesti – assicura il vice presidente della Regione e assessore alla Salute, Riccardo Riccardi –. È importante fornire alle nostre società sportive tutti i mezzi che sono necessari allo svolgimento delle proprie attività soprattutto in questo momento delicato di ripresa seppure in un contesto di emergenza a causa della pandemia. Lo sport gioca un ruolo importante nella nostra società in maniera trasversale: riuscire a garantire lo svolgimento delle attività sportive in modo sicuro è uno degli obbiettivi di questa amministrazione regionale» conclude il vicegovernatore.
La necessità, evidenziata dalla stessa Direzione medica ospedaliera isontina, di attivare tale incarico è volta ad assicurare lo smaltimento delle prestazioni accumulatesi a causa dell’emergenza epidemiologica soprattutto per quello che riguarda all’effettuazione di visite mediche per il rilascio di certificazione dell’idoneità all’attività sportiva agonistica non professionistica.
L’incarico del dottor Donada durerà fino al 31 gennaio 2021. Tornando indietro con la memoria, nel dicembre 2019, dopo 16 anni e mezzo di servizio e 7 direttori generali che nel frattempo si sono avvicendati al timone dell’Azienda sanitaria, il primario del reparto di Medicina, e direttore del Dipartimento verticale medico, Carlo Donada – friulano di Villasantina, 67 anni –, era andato in pensione.
Il primario fece una grossa battaglia per l’abolizione delle guardie mediche notturne all’interno del reparto.
«Una battaglia – disse nei mesi scorsi – vinta: dal 2015 eventuali urgenze notturne vengono gestite dai colleghi del Pronto soccorso, della Cardiologia e della Rianimazione. C’è un medico di turno reperibile a casa, ma è dovuto intervenire in casi rarissimi. Non si sono mai registrati inconvenienti e il vantaggio è evidente: l’internista può seguire i pazienti lungo tutto il decorso del loro ricovero, non dovendosi più assentare giornate intere per recuperare le ore di guardia notturna. E i familiari possono seguire l’evolversi della situazione attraverso colloqui anche quotidiani col medico di riferimento». —
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