Il dopo-vertice: l’asse Italia-Russia sul trampolino di Trieste
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TRIESTE. A Putin si possono perdonare due ore di ritardo sul programma da protocollo soprattutto se lo zar sbarca a Trieste con 28 accordi bilaterali (in gran parte economici e commerciali) in tasca e tanta voglia di riavvicinare l’Italia alla grande madre Russia. E Putin ringrazia Trieste, per la sua accoglienza confermando le parole del presidente del Consiglio Enrico Letta quando spiega il ruolo della città «come storico ponte dell’Italia verso oriente». «E visto che il 2014 sarà l’anno del turismo russo in Italia e di quello italiano in Russia - aggiunge Letta - la stupenda figura fatta da Trieste rappresenta sicuramente un ottimo viatico» per lo sviluppo dell’industria dell’ospitalità. Trieste, spiega Letta, segue San Pietroburgo dove durante il vertice del G-20 Italia e Russia hanno gettato le basi per il summit intergovernativo. «Un vertice che qui da Trieste - prosegue il premier - rilancia i rapporti bilaterali tra Italia e Russia che hanno subito uno stallo dal 2010 a oggi. Adesso riprende il ritmo dei contatti tanto che il presidente Putin ha preannunciato che il prossimo incontro intergovernativo si svolgerà a Soci nel 2014». E se la Russia il prossimo anno avrà la presidenza del G-8, l’Italia nel secondo semestre assumerà quella dell’Unione europea. «Affiancheremo la Russia nel suo importante lavoro a livello internazionale - spiega Letta - e ci impegneremo a sburocratizzare il regime dei visti per i cittadini russi verso l’Ue per cercare di dare così un ulteriore impulso al turismo». Anche il presidente russo Vladimir Putin pone l’accento sulla presidenza russa del G-8 e di quella italiana dell’Ue, «fase - spiega il leader del Cremlino - in cui cercheremo il massimo coordinamento tra Europa e Russia a livello internazionale». Ma Letta va oltre. «L’Italia nel suo semestre di presidenza si impegnerà a rinforzare il partenariato Ue-Russia per affrontare con il dialogo politico tutte le questioni legate al rispetto dei diritti civili e dei diritti umani così cari e sentiti dalle nostre società civili».
Per quanto riguarda i temi internazionali le due parti hanno registrato sostanzialmente una comunità di vedute. Per quanto concerne l’accordo raggiunto con l’Iran a Ginevra sul nucleare Putin sottolinea come l’esito positivo della vicenda con Teheran «avrà ripercussioni positive per una soluzione di tutti i problemi che sussistono nell’area mediorientale», mentre Letta parla della speranza «che si apra una stagione nuova nei rapporti dell’Iran con la comunità internazionale». Entrambi i leader hanno altresì espresso preoccupazione per gli ultimi avvenimenti in Libia i quali gettano una temperie di instabilità su tutto lo scacchiere mediterraneo. È stata affrontata inoltre la questione afgana con Putin e Letta d’accordo sul fatto che «dall’Afghanistan ci deve essere un’uscita pilotata che non lasci alle spalle situazioni drammatiche». Per quel che concerne la Siria entrambe le parti convengono che il processo di disarmo chimico sia il presupposto imprescindibile verso un concreto processo di pace e non dimenticano gli sforzi che bisognerà fare nei confronti dell’emergenza umanitaria che la guerra ha determinato. Putin ribadisce inoltre il successo del suo incontro con Papa Francesco a Roma confermando la sua ferma volontà di facilitare il dialogo interconfessionale e dare avvio a una politica di protezione dei cristiani in Medio Oriente.
Inevitabile anche che le vicissitudini politiche interne italiane siano rimbalzate anche sui tavoli triestini. «Di fronte a 24 ore che nostro Paese si appresta a vivere - voto stabilità, decadenza - penso che da parte mia non sia il caso di aggiungere parole per commentare una situazione già di per sè non semplice». Così il premier Letta a proposito della decadenza di Silvio Berlusconi. «Noi siamo un Paese che ha un drammatico bisogno di crescere, il rapporto con la Russia è un rapporto che ci può dare opportunità di lavoro e di crescita in settori strategici come turismo ed energia - aggiunge Letta - e credo che oggi con questo vertice si sia fatto molto ed è su questo che mi devo concentrare. Ma per fare questo c’è bisogno che in Italia non ci sia una situazione politicamente caotica ed è ciò su cui sto lavorando incessantemente». «Caro Vladimir, quella di oggi è stata una delle giornate più intense e produttive di questi sette mesi di governo», conclude il presidente del Consiglio, rivolgendosi al presidente Putin, il quale rispettossamente sorride alle parole del premier italiano.
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