Il dolore degli operai colleghi di Daniel: «Ragazzo solare, non può essersi buttato»

La lettera degli addetti della Ferriera in cui che lavorava il gruista: «Non possiamo credere abbia fatto una cosa simile»

TRIESTE «In Daniel si vedeva la gioia di vivere. Sempre felice e scherzoso, un ragazzo d’oro. Noi sinceramente facciamo fatica a immaginare che si sia buttato, non il nostro Daniel! Non era un vigliacco. Lui i problemi li avrebbe affrontati, mai si sarebbe fatto sopraffare dalle situazioni e tantomeno con un epilogo simile».

Ventinovenne precipita dal sesto piano dopo aver trovato la ex in casa con un altro
I fiori lasciati ai piedi del palazzo. In alto a destra il complesso di via Giulia, teatro della tragedia. Foto di Andrea Lasorte. In basso Daniel Ronconi


Parte da qui la toccante lettera aperta scritta dai colleghi di lavoro di Daniel Ronconi, il ventinovenne triestino, gruista in Ferriera, morto precipitando dal sesto piano di un appartamento di via Giulia dove abita la sua ex compagna. Come ormai noto, la sera della tragedia (giovedì scorso) la ragazza stava cenando con il suo attuale fidanzato, un triestino 26enne, e con un’amica, quando Daniel, avendo ancora le chiavi, era entrato all’improvviso in casa. Da quel momento i contorni dell’accaduto si fanno più sfumati, ma secondo quanto si è potuto apprendere finora e in particolare secondo la testimonianza diretta del 26enne, Daniel gli avrebbe rifilato un pugno con la mano sinistra per poi dirigersi verso il balcone del terrazzo. Pochi istanti dopo, il volo di quasi venti metri che non gli ha lasciato scampo.

La tragedia di via Giulia: «Vedermi lì con lei lo ha fatto infuriare: mi ha tirato un pugno, poi si è buttato»
Lo stabile di via Giulia in cui si è consumata la tragedia (foto Lasorte) e la vittima, Daniel Ronconi


Con i colleghi, condividendo ore e ore di lavoro a Servola, si era cementata un’amicizia profonda. La tragedia di via Giulia ha profondamente scosso l’ambiente dei “ferrierini”. E in tanti, tra coloro che lo conoscevano, stentano a credere che Daniel abbia potuto scegliere volontariamente quel terribile epilogo. «Non entriamo nel merito delle indagini della magistratura, né delle opinioni che ognuno si può fare sulla vicenda – premettono gli amici nella loro lettera che hanno voluto rendere pubblica attraverso il nostro quotidiano – ma possiamo dire con certezza ciò che Daniel rappresentava per noi. Era sempre disponibile e altruista, non si tirava mai indietro. Vorremmo inoltre, come colleghi e amici, essere di conforto per i familiari e in particolare per la mamma Barbara e la sorella, esemplari nell’affrontare questo momento. Ci sentiamo vicini a loro. Il dolore dovuto alla perdita di una persona cara è stato devastante per noi e ci immaginiamo quanto lo sia per la famiglia alla quale va tutto il nostro amore e sostegno. Si unisce anche Bea, ormai punto di ritrovo fisso nel suo locale a Servola, una seconda mamma per Daniele e per tutti noi “ferrierini”».

«Speriamo che sia fatta luce su una vicenda che sta facendo male a troppe persone – conclude la lettera –. Come colleghi di Siderurgica Triestina porteremo sempre un ricordo del nostro amico bello e indelebile. Ciao Daniel, dai tuoi colleghi e da tutti quelli che ti volevano bene».

Secondo gli amici Ronconi non aveva risentito psicologicamente delle travagliate vicende della Ferriera degli ultimi anni. Grazie agli accordi sindacali e alla copertura della cassa integrazione Daniel aveva potuto affrontare questa fase di transizione senza contraccolpi. Chi lo conosceva precisa che non aveva problemi economici particolari: ultimamente aveva comprato una moto e aveva trascorso un periodo di vacanza con un amico storico.

A piangere l’improvvisa e traumatica scomparsa di Ronconi è anche il mondo del calcio amatoriale. Daniel avrebbe dovuto partecipare tra pochi giorni alla 26.ma edizione del Campionato Tergestino. La sua squadra si chiamava “I Diletti di Leotta” e lui era il portiere titolare. Ora i compagni di Daniel hanno deciso di ritirarsi dal torneo e di sciogliere la squadra. Sarebbe stato impensabile scendere in campo e divertirsi correndo dietro a un pallone dopo quello che è successo.

«Io e Daniel ci siamo conosciuti una decina di anni fa, quando giocavamo tutti e due nella Roianese. Era per entrambi la prima stagione in quella società – lo ricorda l’amico calciatore Alessandro Matarrese –. Tutti e due portieri e questo ha fatto nascere una sana rivalità sportiva oltre all’amicizia. Era sempre di compagnia, dopo gli allenamenti la maggior parte delle volte ci trovavamo in gelateria a Barcola per concludere la serata prima di tornare a casa. È stato un anno davvero meraviglioso per quella squadra, uno “spogliatoio” sereno e questo ci ha portato ad avere sempre ottimi risultati. Poi, negli anni successivi, ci incontravamo spesso a giocare contro nei vari tornai amatoriali cittadini e scherzavamo sempre. Daniel mancherà a tutti, ne sono sicuro». —

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