Il direttore della Sissa chiede all'Iran di liberare Djalali, lo scienziato condannato a morte

Lettera di Stefano Ruffo alla Guida suprema Khamenei e alle autorità internazionali in risposta all'appello di Scholars at Risk. Il ricercatore è stato arrestato in Persia durante un convegno e accusato di spionaggio per conto degli israeliani
Ahmadreza Djalali
Ahmadreza Djalali

TRIESTE Una lettera-appello che chiede la sospensione della pena capitale e il rilascio immediato di Ahmadreza Djalali è stata scritta dal Rettore della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Sissa di Treste, professor Stefano Ruffo. La lettera aderisce all'appello lanciato dalla Scholars at Risk (Sar), rete internazionale di oltre 500 istituti di istruzione superiore e migliaia di individui in 39 paesi che guida la carica di protezione e offerta di rifugio a studiosi e studenti minacciati che ha chiesto l'immediata liberazione dello scienziato. «Vi esorto rispettosamente - scrive tra l'altro Russo - a chiedere alle autorità competenti di sospendere la condanna a morte emessa contro il dottor Djalali, e il suo rilascio immediato, e, in attesa di tale azione, di garantire il suo benessere e l'accesso a consulenti legali, familiari, e a cure mediche».

L'appello del rettore della Sissa, approvato dal cda e dal Senato accademico dell'Istituzione universitaria, è indirizzata in primo luogo alla Guida suprema iraniana Ali Khamenei, al presidente della Repubblica Islamica di Iran Hassan Rouhani e a numerosi interlocutori internazionali tra i quali l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet e Eamon Gilmore, rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti dell'uomo. «Ho appreso da Scholars at Risk (SAR) - si legge nella lettera - che le autorità iraniane hanno recentemente messo il dottor Djalali in isolamento e si appresta a eseguire la sua condanna a morte a in qualsiasi momento. Il dottor Djalali ha telefonato a sua moglie il 24 novembre in quello che aveva detto essere il suo ultimo addio».

L'iniziativa della Sissa «fa parte della strategia a più ampio spettro della Sissa che si batte - ha spiegato Ruffo all'Ansa - per la libera circolazione degli scienziati». L'Istituzione universitaria di Trieste già nel 2016 «ha promosso il protocollo d'accordo fra enti di ricerca e formazione della regione per l'accoglienza degli scienziati in difficoltà destinando anche un piccolo finanziamento per chi fosse in difficoltà». Il dottor Djalali è uno studioso iraniano-svedese di medicina dei disastri che insegna presso università in Italia e Belgio, inclusa la Karolinska University, in Svezia; Università degli Studi del Piemonte Orientale, in Italia; e Vrije Universiteit Brussel, in Belgio. Le autorità iraniane lo hanno arrestato nell'aprile 2016 mentre era in viaggio per partecipare a una serie di seminari ospitati dalle università di Teheran e Shiraz. Il 21 ottobre 2017, il dottor Djalali è stato giudicato colpevole e condannato a morte per «corruzione sulla terra» (ifsad fil-arz), «sulla base di accuse infondate di aver fornito informazioni alle autorità israeliane», secondo quanto riferisce la Scholars at Risk.

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