Il dinosauro Antonio inciampa in un’orma

DUINO AURISINA. Due milioni dalla Regione Puglia nel 2008, un altro milione che sembra possa essere indirizzato alla stessa destinazione a breve. E tutto per un giacimento di semplici impronte di dinosauri. «Perché noi invece, che possediamo uno scheletro vero e proprio, dobbiamo lottare per ottenere un po' di interesse ed eventualmente finanziamenti molto meno cospicui?». La domanda se la pone Flavio Bacchia, coordinatore scientifico della cooperativa Gemina, che ha in gestione il sito del dinosauro Antonio, a Sistiana, dopo aver saputo che ad Altamura, in provincia di Bari, dove sono state rinvenute anni fa circa 30mila orme di dinosauri, il ministero competente intende investire nuovi fondi, dopo che il sito, a suo tempo realizzato, è stato abbandonato e lasciato alla mercé di visitatori abusivi.
L'area pugliese aveva incassato dallo Stato 650 milioni di lire nel 2000, poi rimpinguati con un finanziamento regionale pari a due milioni. Ma il risultato, sotto il profilo turistico e dell'attenzione scientifica, è stato pari a zero perché, dopo una prima fase, che aveva visto visitatori accorrere a migliaia, la burocrazia «e interessi privati», sottolineano fonti pugliesi, aveva paralizzato tutto. «Le orme sono senz'altro interessanti dal punto di vista storico e scientifico - osserva Bacchia - ma assorbono risorse con una modalità che non avrebbe ragione di esistere, se paragoniamo quella realtà alla nostra. Ci sono una serie di cose all'intorno del sito di Altamura - insiste il coordinatore scientifico della cooperativa Gemina - che non sono chiare».
Siti di impronte in Italia c'è ne sono decine, quello di Sistiana invece offre molto di più. «Ai primi di marzo si riapre - annuncia Bacchia - e avremo molte novità, con Antonio che, virtualmente, potrà camminare. E tutto questo con euro messi di tasca nostra». Più volte Mario Sartori, proprietario del terreno sul quale sorge il sito di Antonio, e lo stesso Bacchia, hanno chiesto agli enti pubblici un sostegno.
Che ora sembra arrivare dalla Regione. «Abbiamo a cuore le sorti del sito di Sistiana - conferma l'assessore regionale Gianni Torrenti - ed entro la fine del mese di febbraio andrò personalmente a Roma, al ministero, per perorare la causa di Antonio». «Confidiamo nel sostegno della Regione - riprende Bacchia - e al limite ipotizziamo un consorzio fra pubblico e privato. Proporremo a breve la cosiddetta realtà aumentata, cioè un dispositivo che permetterà, attraverso l'uso di un tablet e di un'apparecchiatura che stiamo perfezionando, di vedere Antonio in movimento. Ci sembra un progetto interessante - conclude - molto più della visione di orme sul terreno, peraltro molte delle quali inconsistenti sotto il profilo scientifico».
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