Il diktat di Hollande a Fincantieri sull’acquisto di Stx

MILANO. La campagna elettorale francese entra a gamba tesa nel processo di acquisizione del polo navale di Saint - Nazaire da parte di Fincantieri. Ieri nel corso dell'incontro bilaterale che si è tenuto all'Eliseo, a Parigi, tra il presidente François Holland e il premier italiano Paolo Gentiloni sono emerse, pur nei toni concilianti e vellutati della diplomazia, alcune delle mine vaganti che separano il gruppo triestino dall'attracco al porto di Stx France. Il 3 gennaio, al tribunale di Seul, che gestisce l'operazione di liquidazione del gruppo coreano Stx, è arrivata solo un'offerta per rilevare la controllata transalpina, che vanta asset da 4 miliardi di ordini nella crocieristica da qui al 2020, 2.400 dipendenti e un bacino talmente grande da poterci costruire anche portaerei. L'unica busta chiusa con la proposta di acquisto arrivata ai giudici coreani porta la firma di Fincantieri, in quanto gli altri pretendenti (Gentling e Damen) si sono sfilati all'ultimo minuto. Ma la partita è tutt'altro che finita.
Perché ora bisogna fare i conti con lo Stato francese, azionista al 33,3% del polo navale della Loire-Atlantique e che ha intenzione di fare sentire tutto il suo peso nella trattativa. François Hollande ha ribadito che la partnership con Fincantieri «è un'ipotesi effettivamente molto seria». E quindi «lavoriamo con la volontà che lo Stato possa rimanere non solo azionista di minoranza ma che conservi anche la minoranza di blocco». Il peso specifico dell'Eliseo potrebbe aprire le porte anche ad ulteriori soci. Sembra non dispiacere ad Holland l'idea di un «azionariato multiplo», magari composto dalle compagnie crocieristiche, come Msc e Royal Caribbean, che si erano candidate a partecipare all'operazioni di acquisto, onde evitare un domani di dover contrattare commesse con un monopolista dei mari che sarebbe la Fincantieri dopo l'acquisizione di Stx France. Da parte sua, Gentiloni ha detto che l'Italia «terrà ovviamente conto delle esigenze» espresse da Parigi. «Penso - ha aggiunto il premier - che troveremo una soluzione com'è normale che sia tra due Paesi così vicini e così amici».
Nei giorni in cui fanno rumore le schermaglie per il tentativo di scalata di Mediaset da parte di Vivendi guidata da Vincent Bollorè, che rimane a un passo dall'Opa su Telecom Italia, e tiene banco l'ipotesi di fusione tra Axa e Generali, lo Stato francese punta i piedi quando "les italiens" provano a entrare nel giardino della "Douce France". Ai piani alti dei ministeri si studia l'ingresso nell'azionariato di Stx France da parte di Dcns, il costruttore pubblico transalpino di navi militari che esprimerà concretamente oltre che simbolicamente la valenza nazionale del polo di Saint Nazaire, nel quale l'Eliseo chiede che si mantenga tutta la filiera industriale. Ma non è tutto. Perché ad aprile si vota per eleggere il nuovo presidente francese. E l'arena del centrosinistra si sta scaldando a pochi giorni dalle primarie che, il 20 e il 29 gennaio, decideranno il nome del leader del partito socialista che sfiderà l'esponente di centrodestra François Fillon e le truppe del Fronte National di Marine Le Pen. Ebbene, gli eredi di Hollande stanno facendo campagna elettorale anche sulla vicenda Stx-Fincantieri
. Arnaud Montebourg, dato leggermente in vantaggio sull'ex premier Manuel Valls in caso di ballottaggio al secondo turno, si è espresso in modo netto contro un'operazione di "svendita di Stx France", oggi valutata in una forchetta di prezzo compresa tra 100 e 200 milioni di euro. Perciò patti chiari e amicizia lunga. Les italiens di Fincantieri sono concorrenti nella crocieristica. Perciò la partnership può funzionare, secondo Montebourg, solo se il gruppo di Monfalcone parteciperà con una quota di minoranza.
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