Il depuratore di Servola comincia a funzionare

Al nuovo depuratore di Servola manca solo una lieve pressione sul pulsante d’avvio. Da oggi avanti con l’esercizio provvisorio: un momento importante che prepara l’inaugurazione ufficiale dell’impianto, che dovrebbe tenersi in maggio.
Ma il lavoro è concluso: stamane alle 11.30 ne prenderanno favorevolmente atto, nel cantiere della grande struttura ambientale situato in via degli Alti Forni 9 quasi adiacente a Scalo Legnami, l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. Con loro il presidente del gruppo Hera, controllante di AcegasApsAmga, Tomaso Tommasi di Vignano e il direttore generale dell’utility giulio-friulo-padovana Roberto Gasparetto.
L’annuncio dell’iniziativa sottolinea che dopo di tre anni di lavoro il depuratore è pronto per iniziare il trattamento dei reflui triestini. Con un respiro di sollievo per istituzioni e azienda: perchè stamane può finalmente iniziare l’iter per affrancare Trieste dalla procedura di infrazione comunitaria che pendeva sul vecchio impianto. L’accensione non implica automaticamente la liberazione dalle “indagini” condotte da Bruxelles, ma adesso si può documentare, a distanza di una decina d’anni da quando la Commissione Ue prese carta e penna, che la risposta è arrivata.
Una risposta non dappoco. Una scheda di AcegasApsAmga riassume i numeri più importanti di un’impresa cominciata nel 2015. L’investimento totale ammonta a 52,2 milioni di euro, coperto per tre quinti da eurofondi Fsc e da un contributo pluriennale erogato dalla Regione Fvg, cui si aggiungono i proventi della tariffa. L’opera si sviluppa su una superficie di 34.500 metri quadrati ed è chiamata a servire 190 mila abitanti, poco meno di due terzi della popolazione residente nel territorio provinciale triestino. Saranno trattati dagli 80 ai 100 mila metri cubi di acqua al giorno. Un cantiere al quale ha lavorato una media di 300 addetti al giorno: la parte tecnologica dell’impianto è stata curata da Veolia e da Suez, mentre alle strutture edili ha provveduto la carpigiana Cmb.
L’avventura del nuovo depuratore, come premesso, aveva avuto inizio nel 2008, quando Bruxelles rilevava l’inadeguatezza ambientale del vecchio impianto, in quanto la condotta sottomarina portava l’acqua fognaria direttamente in mare senza preventivo trattamento a terra. Il progetto, messo a punto per ovviare al pericolo dell’infrazione, è piuttosto complesso: gli ingegneri Massimo Vienna e Enrico Altran hanno predisposto un intervento multifasico su cinque passaggi. Pre-trattamento nel vecchio impianto, trattamento primario, trattamento biologico, trattamento terziario, la disinfezione.
Poi l’acqua fognaria filtrata imboccherà la condotta sottomarina lunga 7,5 chilometri che scaricherà al largo. Non sarà più il mare a trattare l’acqua, perchè il lavoro sarà svolto - come abbiamo visto - sulla terraferma. AcegasApsAmga si è giovata della collaborazione fornita da Ogs.
Bruxelles non si accontenterà di vedere l’opera in funzione. Si riserva un anno di campionamento, per verificare che la qualità dell’acqua a mare sia compatibile con i requisiti richiesti.
La sala controllo di Servola è collegata con il centro di telecontrollo del gruppo Hera, che ha base a Forlì. Hera ha già effettuato nell’area nordadriatica due importanti realizzazioni di carattere fognario a Rimini e a Cà Nordio nel Padovano.
magr
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