Il dentista arrestato: «Nessuna fuga, a Tenerife per lavoro»
TRIESTE «Si trovava alle Canarie per lavoro e non perché stava sfuggendo ai controlli della polizia». Il riferimento è a Liviano Folla, il dentista di Turriaco, 57 anni, nei confronti del quale era scattato un mandato di arresto europeo dopo che, l’8 febbraio scorso, la polizia di Trieste aveva scoperto un arsenale da guerra nella villetta di Sistiana in cui l’uomo viveva. A parlare - facendo emergere un’altra versione sulla presunta latitanza del suo assistito - è il legale Riccardo Cattarini che ha preso in carico la difesa del dentista l’altro ieri, quando quest’ultimo è stato rintracciato e arrestato dalla polizia spagnola.
«Il mio assistito ha sempre trascorso gli inverni alle Canarie - incalza l’avvocato-. Ma non certo perché se la stava spassando. Lì infatti ha uno studio professionale che ha sempre funzionato alla luce del sole: nome e cognome rimasti sempre esposti sul campanello lo dimostrano». In quest’ottica, il dentista Folla si sarebbe dunque recato alle Canarie per motivi professionali anche quest’inverno, così come era abituato a fare sempre. «Se la polizia spagnola ha impiegato cinque mesi per arrestarlo - prosegue il legale - non è perché si stava nascondendo. Le notizie che l’hanno ritratto come un latitante sono dunque errate». Una versione che, al momento, resta tutta da dimostrare.
Il primo passo in questo senso sarà fatto appena Folla arriverà in Italia, «cosa che cercherà di fare il prima possibile - aggiunge l’avvocato - per mettersi a disposizione della Procura della Repubblica cui darà ogni spiegazione in relazione all’accusa». Per capire appieno la strategia difensiva è invece ancora troppo presto. «Confido nel fatto che appena il mio assistito scenderà dall’aereo proveniente dalla Spagna, l’ordine di custodia cautelare in carcere emesso nei suoi confronti venga tramutato nella concessione dei domiciliari».
Una speranza su cui il legale fa leva a fronte del fatto che i domiciliari sono stati concessi agli altri due presunti complici, l’odontotecnico Mauro Persi, 55 anni, e il figlio Giulio, 27enne, entrambi residenti a Monfalcone. Ieri la Questura di Trieste ha ribadito come gli agenti della squadra mobile abbiano rinvenuto nella villetta di Sistiana l’arsenale - costituito da armi comuni da sparo e da guerra quali un lanciarazzi militare con relativo proiettile e svariate cartucce - che era nella disponibilità di tutti e tre i complici.
Sono così scattate le perquisizioni. Dapprima nella casa monfalconese dei Persi dove era stata trovata una pistola mitragliatrice “Scorpion” con il relativo caricatore. E poi le ricerche si erano concentrate in un’altra abitazione del dentista Folla, quella di Turriaco, dove erano state trovate diverse cartucce per pistola di vario calibro. I due Persi erano stati prima condotti al Coroneo e poi, appunto, messi ai domiciliari. Ma Folla era rimasto irreperibile. L’avvocato difensore dei Persi, Enrico Agostinis, aveva parlato di un terzo soggetto con il ruolo di titolare degli interessi legati al materiale rinvenuto. E agli agenti le armi ritrovate sono parse subito tutt’altro che da collezionisti. Ma i dubbi da chiarire sono ancora molti. Non è infatti ancora dato sapere il motivo per cui i tre ne erano in possesso e a chi fossero destinate.
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