Il Demanio mette in affitto l’ex mini confine di Bottazzo

In locazione l’edificio che dal dopoguerra agli anni ’80 ospitò i finanzieri sul valico pedonale della Val Rosandra. Base di partenza: 200 euro l’anno

SAN DORLIGO Per decenni, dall’immediato dopoguerra agli anni ’80, è stato testimone in Val Rosandra della divisione fra due mondi, l’Est e l’Ovest. Di episodi anche drammatici. Di attraversamenti del confine, fatti a piedi, perché nell’area non ci sono strade, sia volontari sia casuali, talvolta conclusi dal ruvido intervento dei “granicari”, le guardie di confine dell’ex Jugoslavia. Oggi il proprietario, cioè il Demanio, lo propone in locazione al miglior offerente, partendo da una base irrisoria, poco più di 200 euro l’anno, una cifra che potrebbe stimolare la curiosità di qualche appassionato di storia.

È il piccolo edificio di Bottazzo nel quale svolgevano il loro servizio di controllo sul confine agricolo gli uomini della Guardia di finanza della Repubblica italiana, “specchiandosi”, a pochi metri di distanza, con i colleghi di valico dell’ex Jugoslavia, che utilizzavano, come rifugio, una costruzione gemella. In tempi andati Bottazzo era lo snodo, sorvegliato da una fortificazione oggi pressoché invisibile, di una mulattiera che, della città, portava al suo retroterra. Una via del commercio locale, percorsa a fatica da chi portava appunto la merce dal porto all’entroterra. Bottazzo, nel 1981, ospitò la prima edizione di “Confine aperto”, la camminata transfrontaliera senza formalità che fu uno dei primi atti di smantellamento del confine, diventando così un simbolo dei tempi che stavano cambiando. Oggi la minuscola frazione del Comune di San Dorligo della Valle è quasi disabitata. E la storica trattoria, meta di festose comitive appartenenti a varie generazioni che andavano là a rifocillarsi dopo aver percorso a piedi il tratto della valle che parte da Bagnoli, attualmente non assicura un servizio.

«Speriamo sempre in un rilancio di Bottazzo», dice in proposito il sindaco di San Dorligo Sandy Klun: «Il luogo è magnifico come tutta la Val Rosandra. Sarebbe un peccato assistere a un progressivo abbandono di questo piccolo paesino». Quelle pietre infatti custodiscono memorie secolari. E chissà che proprio dalla locazione del vecchio e minuscolo edificio non possa partire una rinascita. Magari il Demanio, davanti a una proposta adeguata, potrebbe pensare anche a una soluzione più lunga (una vendita?) rispetto ai sei anni d’affitto evidenziati nel bando attuale. L’oggetto della proposta, alla quale gli interessati dovranno rispondere con manifestazioni di interesse entro il 10 giugno, è un manufatto «realizzato presumibilmente durante la prima metà del ’900 e inizialmente adibito a edificio di confine – si legge nel testo redatto dall’Agenzia del Demanio del Friuli Venezia Giulia e ripreso all’Albo Pretorio del Comune di San Dorligo della Valle – che consiste in un corpo di fabbrica di forma regolare, a un piano fuori terra, con struttura portante in muratura e copertura piana».—


 

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