Il delfino riappare senza arpione
LUSSINO. Ha vissuto per giorni, anzi settimane, con un’asta di fucile subacqueo piantata sul dorso. Eppure, alla fine è riuscito a liberarsi dell’arpione, avviandosi verso la completa guarigione. E smentendo così quanti temevano non sarebbe riuscito a sopravvivere. Il delfino Bojan, uno dei tursiopi più noti e simpatici della colonia lussignana di consimili, era stato colpito alla fine dell’agosto scorso dal cretino (e violento) di turno, che gli aveva sparato dall’ alto verso il basso - probabilmente dalla barca -, approfittando del senso di fiducia che il popolare Bojan nutriva nei confronti degli uomini.
A detta degli esperti, lo sfortunato animale si stava forse avvicinando alle reti di un pescatore che, proprio per evitare tale evento, avrebbe mirato alla schiena del delfino nell’ intento di ucciderlo. Un gesto ingiustificabile, di cui Bojan ha finito per fare le spese.
Giorni fa alcuni attivisti di Mondo blu (Plavi svijet), l’associazione di Lussingrande che si occupa dei delfini lussignani, si erano nuovamente messi alla ricerca del mammifero, che sembrava scomparso. Una circostanza che aveva fatto temere il peggio. Invece, come detto, Bojan è riuscito a stupire tutti, riapparendo all’improvviso e cambiando un finale che, a molti, pareva scontato. L’animale è stato avvistato di pomeriggio nel braccio di mare compreso tra l’isola di Selve (Silba) e la secca Veli brak, a poca distanza dall’isolotto di Sanpiero (Ilovik), mentre nuotava in compagnia di un nutrito gruppo di “amici”, i delfini chiamati Elmar, 0634, Sira, Mida, Dante, Lily, Sime, 0106 e Thea. «Il nostro animale – ha spiegato Grgur Pleslic dell’associazione Mondo blu – nuotava ai margini del drappello. Lo abbiamo riconosciuto subito e notato che l’asta non c’era più. Non era invece scomparsa la ferita sulla schiena, che comunque non sanguinava. Bojan non ha manifestato alcun segno di paura nei confronti di noi umani. Dettaglio per nulla scontati visto che, poche settimana prima, proprio un umano si è comportato tanto male nei suoi confronti. È sembrato in forma e vispo - ha continuato Pleslic -. Vederlo in buona salute ci ha tranquillizzato e resi anche molto allegri. Bojan dovrebbe riprendersi rapidamente e la nostra speranza è che continui a non temere la presenza umana e che nessuno, in futuro, approfitti di questa indole».
Secondo l’esperto, il delfino potrebbe essersi liberato della fastidiosa asta metallica (lunga più di un metro) grazie a ripetuti salti fuori dall’acqua e sbattendo con il dorso sulla superficie del mare. «Come sia realmente andata, però, non possiamo saperlo. L’ importante è che ce l’abbia fatta – ha concluso Pleslic –. Purtroppo, invece, non sappiamo che fine ha fatto un altro animale, Kosara, lo sventurato delfino costretto a convivere con un sacchetto di plastica che gli è penetrato nella carne, cingendogli il corpo. Speriamo di trovare in vita anche lui e confidiamo di poterlo aiutare, in modo da far sì che possa a tornare a vivere normalmente».
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