Il debutto di Pino tra pizze XL e prodotti doc
Trecento posti all’esterno e 260 all’interno per il nuovo locale sulle Rive. Una trentina i dipendenti

Foto BRUNI 12.06.17 Pizzera da PINO-inaugurazione
Galeotta fu una mano di Burraco. Perchè Pino Giordano, che ha dato il nome all’omonima catena di pizzerie-ristoranti, condivide questa passione con il presidente del Tribunale penale, Filippo Gulotta. Ed è stato proprio quest’ultimo a propiziare lo sbarco del network enogastronomico in città. «Stavamo giocando - ha raccontato Giordano - e a un certo punto mi ha chiesto: perchè non esci dal Veneto ed apri a Trieste? Gli ho risposto: perchè no, se mi trovi un posto adatto... Ed eccoci qui».
All’happening inaugurale del nuovo locale targato “Pino”, avvenuto la settimana scorsa, hanno assistito centinaia di persone intrattenute anche dall’esibizione di GiuliaPellizzariBallaben. Dopo i sette locali ormai conosciutissimi in Veneto, la new entry triestina ha preso il posto, in Riva Ottaviano Augusto 2, di ben tre “fori” precedenti. La pizzeria si sviluppa su 700 mq ha 260 coperti all’interno e 300 all’esterno e da lavoro a più di trenta dipendenti, in gran parte locali.
«Particolarmente significativo è il recupero di tre locali e di uno stabile interno - ha commentato l’assessore comunale alle attività produttive Lorenzo Giorgi - e rappresentano un dato a cui brindare i 36 nuovi posti di lavoro che vengono offerti in città». Erano presenti anche don Pier Emilio Salvadé, vicario generale della Diocesi di Trieste, che ha benedetto i locali, e Massimo De Luca, proprietario dell’immobile.
Giuseppe Giordano, partito da Campinola di Tramonti in provincia di Salerno, ha iniziato la sua attività nel mondo della ristorazione avviando il suo primo locale vicino a Venezia nel 1972 e portando avanti da allora le sue due parole d’ordine, passione e qualità. Immediatamente apprezzate dai molti che hanno affollato la “vernice”, scoprendo da subito una pizza realmente particolare. «Nei miei piatti - ha detto il patron - c’è leggerezza. Merito di una cucina semplice oltre che, soprattutto, della freschezza e della qualità degli ingredienti tra cui capperi di Pantelleria Igp, olive taggiasche Dop, olio extravergine di oliva Redoro e le acciughe del Mar Cantrabico. Valori aggiunti una lievitazione della pizza che dura almeno 24 ore, e la rende più che digeribile, e il piatto-simbolo: la Pizzalonga, lunga un metro, vero e proprio piatto della socialità a tavola. Ultima “chicca”, la presenza di un reparto qualità che svolge mirate azioni di controllo su tutte le procedure aziendale e sulla qualità dei prodotti, assicurando così una bontà certificata.
(f.b.)
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