Il debito del Comune di Trieste scende del 28 per cento

In cinque anni si è passati da 220 a 159 milioni “complice” il Patto di stabilità. Da domani si apre l’iter consiliare del nuovo documento di programmazione
Piazza Unità da una prospettiva insolita
Piazza Unità da una prospettiva insolita

TRIESTE In cinque anni il debito di Trieste è sceso del 28%. È un effetto del patto di stabilità, che ha reso impossibile al Comune di indebitarsi e quindi di aprire cantieri, ma anche «di una tradizionale morigeratezza dell’ente cittadino che la nostra giunta ha ereditato dai suoi predecessori e ha rafforzato», commenta il sindaco Roberto Cosolini. E in effetti il debito è sceso dai 220 milioni circa del 2010 ai 159 milioni dell’anno scorso. È uno dei dati più interessanti emersi dalla lettura del Dup, il Documento unico di programmazione 2016-2018: si tratta di un nuovo strumento degli enti locali, introdotto dalla riforma dell’ordinamento contabile nota come “armonizzazione”. Il Dup va a sostituire un corposo drappello di documenti in uso fino all’anno scorso: il 2016 è dunque l’anno del suo esordio.

Il debito Il sindaco rivendica il decremento del debito: «Abbiamo ridotto il debito senza effettuare alcun taglio di servizi, che anzi sono stati incrementati sia nel settore dell’infanzia che delle politiche sociali. Il che dimostra che la nostra è una storia diversa da quella di tanti Comuni in gravissime difficoltà quando non sull’orlo della bancarotta». Secondo Cosolini il merito è anche «di una solida storia di amministrazioni attente al debito, prima Illy e poi anche Dipiazza. Una storia consegnata al sottoscritto e resa ancor più solida». Il sindaco aggiunge: «A fine mandato posso dire di lasciare un patrimonio più ricco: l’operazione di concambio Acegas-Hera, ad esempio, ha più che raddoppiato il valore della nostra partecipazione azionaria, arricchendo il Comune di un centinaio di milioni. Se si considera che al contempo abbiamo ridotto il debito, possiamo essere soddisfatti». Commenta l’assessore al Bilancio Matteo Montesano: «Abbiamo criticato molte volte il patto di stabilità ma ha avuto anche i suoi effetti positivi. Il Comune di Trieste, comunque, non ha mai avuto un debito molto alto, nemmeno nel 2010: si può pensare che duecento milioni siano una cifra considerevole, ma per un ente locale si tratta di un debito in linea con la norma».

Le macrocifre Ma di cos’altro parla il Dup 2016-2018? Il documento riassume in sé una serie di vecchi strumenti: Piano generale di sviluppo, Relazione previsionale e programmatica, Programma triennale delle opere, Programmazione triennale del fabbisogno di personale, Piano delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare. Il nuovo testo si compone di due parti: la sezione strategica e quella operativa. La prima ha un orizzonte temporale di riferimento pari a quello del mandato amministrativo mentre la seconda pari a quello del bilancio di previsione. Sul fronte delle cifre, il testo non può che ricalcare da vicino l’ultimo bilancio comunale. Spiega Montesano: «Ormai siamo a fine mandato e le azioni intraprese sono un po’ tutte a regime».

L’addio alla Tasi Dal punto di vista della gestione numerica, aggiunge, «vi è sostanziale stabilità»: «Nel 2016 ci sono circa cinque milioni in meno di entrate, derivanti da minori trasferimenti. Ciò comporta un pari calo della spesa. Nel corso dell’anno però contiamo di riequilibrare i conti, dando stanziamenti ulteriori a voci che per ora sono state ridotte, come i teatri». Un altro fattore da tenere in conto è l’eliminazione della Tasi sulla prima casa, che ridurrà di 21 milioni l’afflusso nelle casse comunali, colmati però da un trasferimento romano di pari importo.

Il patto allentato Il principale elemento di novità, però, riguarda i vincoli del patto di stabilità: «Pur restando in vigore, il patto sarà meno stringente - dice Montesano -. Si prospetta una ripresa della possibilità degli enti di intraprendere lavori pubblici, che potrebbe arrivare quasi ai livelli di un tempo». Rimane il blocco sostanziale all’indebitamento, ma ci sarà comunque maggiore libertà d’azione: «Sicuramente superiore a quella dell’ultimo triennio, il peggiore da lungo tempo».

L’iter consiliare Il documento approderà domani nella commissione competente del consiglio comunale. Entro un paio di settimane il Dup dovrebbe arrivare in consiglio, dove i rappresentanti dei cittadini avranno modo di modificarlo. In caso di modifiche il testo tornerà in commissione e si produrrà una nota di aggiornamento. Conclusi i lavori per il Dup cominceranno quelli sul bilancio che, spiega Montesano, dovrebbe essere approvato entro il 31 marzo: «Ma questa volta sarà più semplice - conclude -. Una volta definito il Dup, i numeri del bilancio saranno tutti pronti, basterà inserirli fisicamente in un nuovo documento».

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