Il crocifisso nella sala del Consiglio regionale

È la prima volta in Italia. L’Udc: «Lo faccia Corona». L’artista: «Sono onorato». In ”segreto” 25 sì, 20 no e tre astenuti tra le polemiche. No al ritratto del Presidente della Repubblica
TRIESTE
Crocifisso sia, ma autarchico. Il Consiglio regionale ha approvato la mozione presentata da Paolo Ciani che impegna all’esposizione in aula del simbolo religioso, «ma anche – come recita il testo della mozione - della cultura e della storia della nostra Nazione e della nostra Regione in particolare». Un’approvazione sul filo di lana con qualche defezione nel Pdl e un voto che ha sancito il sì alla croce con 25 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astenuti. Voto segreto, come richiesto da Pd e Sinistra, «per nascondere le loro divisioni» sostiene il capogruppo leghista Danilo Narduzzi ma anche nel centrodestra non mancano i distinguo. Irriverenti quelli di Franco Dal Mas, secondo cui si è discussa una mozione «sull’arredo dell’aula», e di Gaetano Valenti per il quale «non si può usare il crocifisso come ritorsione dopo la sentenza della Corte Europea. E per il comportamento che si tiene in quest’aula la croce andrebbe esposta rovesciata».


Il dibattito è acceso, l’opposizione parla di strumentalizzazione e Mauro Travanut accusa la maggioranza di «lottare per la paternità del crocifisso» quando l’Udc presenta un emendamento alla mozione sottolineando che l’Ufficio di presidenza, al quale i centristi si erano rivolti, ha demandato all’aula la scelta sull’esposizione del simbolo cattolico. Quindi il voto, favorevole per un soffio, che pone il problema, subito sottolineato dal capogruppo della Sinistra, Igor Kocijancic. «Quando e dove verrà esposto il crocifisso?». E di quale crocifisso parliamo? Puntualizza qualcuno con un pizzico di ironia ma non troppa, visto che la Lega ha proposto un ordine del giorno, bocciato, per l’esposizione della croce di Aquileia. Sulla collocazione la soluzione è da trovare ma una cosa è certa: sarà un crocifisso artistico e realizzato da un corregionale. Nella prossima sessione d’aula, quella che discuterà la Finanziaria, ce ne sarà uno provvisorio in attesa di quello permanente che arriverà nel 2010.


«Mi piacerebbe fosse un crocifisso che venga da un artista del nostro territorio» auspica il presidente Edouard Ballaman dopo il voto. «Vedremo le proposte, se ce ne sarà più di una valuteremo se potranno trovare collocazione negli uffici, ma posso assicurare – ironizza – che non li metterò nello studio di Antonaz...». Maurizio Salvador (Udc), vicepresidente del Consiglio, fa già l’ipotesi di Mauro Corona per «dar vita a un crocifisso che sia anche un segno della nostra cultura e della nostra storia». Lo scrittore e scultore ringrazia e si dice pronto: «Sono onorato. Mi metto sin d’o ra a disposizione qualora la presidenza dovesse confermare l’a uspicio espresso».


Soddisfatto il presentatore della mozione, Paolo Ciani: ritiene «si sia fatta giustizia nei confronti della storia, tradizioni e cultura delle nostre genti. Non è stato un voto politico ma libero e di coscienza».


Luigi Ferone (Pensionati) ritiene che il voto «abbia voluto sottolineare lo spirito di fratellanza che quel simbolo esprime» mentre, all’opposto, Igor Kocijancic (Rc) afferma che «d’ora in poi, nell’aula del Consiglio, ci sarà anche un crocifisso, ad imperitura memoria di uno dei peggiori dibattiti e di una delle pagine più buie nella storia di questa istituzione». Negativo anche il commento di Alessandro Corazza (Idv) che ha visto respinto il suo ordine del giorno per l’esposizione in aula dell’immagine del presidente della Repubblica: «Spiace dover constatare che nel massimo luogo di rappresentanza della nostra Regione, che fa parte di uno Stato laico, si è scelto di apporre un simbolo religioso e si è rifiutato di apporne uno di grande valenza istituzionale»

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