Il croato dovrà rispondere del reato di incendio colposo

GORIZIA Incendio colposo. È questa l’accusa di cui, probabilmente, dovrà rispondere il cittadino croato che è stato messo in salvo, venerdì mattina, mentre in via Italico Brass divampava un incendio in un’abitazione che avrebbe dovuto essere totalmente disabitata.
«È lo scenario più plausibile se i vigili del fuoco, nella loro perizia tecnica, confermeranno quanto è sembrato emergere sin dalla prima ora - spiegano, senza troppi giri di parole, i carabinieri di Gorizia -. È necessario, però, avere tutte le carte in mano prima di procedere».
Pare, infatti, che l’uomo avesse acceso un fuoco, probabilmente per cucinarsi qualcosa. E le fiamme, in una stanza con parecchi cumuli di rifiuti e vecchi materassi, avrebbero trovato facile esca. Sembra, invece, raffreddarsi l’ipotesi del mozzicone di sigaretta caduto, magari inavvertitamente, sul materasso. Indiscutibile, invece, il fatto che l’uomo non avrebbe dovuto essere lì: era un occupatore abusivo, una persona senza fissa dimora che aveva trasformato quell’abitazione nel suo rifugio di fortuna.
E, a sentire chi è entrato nell’edificio di proprietà della famiglia Thun Hohenstein, non deve essere stato nemmeno l’unico inquilino perché nei vari piani dell’abitazione sono facilmente riscontrabili “segni” di passaggio di altre persone. Ci sono materassi ammuffiti, vecchie coperte, scarti di cibo, bottiglie vuote. «Non sappiamo se c’era realmente il “viavai” di cui parlano i vicini. Sicuramente, più di qualcuno è entrato in quell’edificio», la conferma dei militari dell’Arma che stanno conducendo le indagini e ricostruendo, assieme ai vigili del fuoco, i momenti antecedenti l’incendio.
La fiamme hanno procurato danni importanti al solaio e al tetto dell’abitazione che, comunque, non è stata posta sotto sequestro dal magistrato di turno.
Ieri, poi, ha iniziato a circolare nel circuito dei social network e di whatsapp una foto in cui si vede nitidamente il croato “appeso” alla finestra mentre chiede disperatamente aiuto e cerca di sfuggire alle fiamme che si erano, ormai, impadronite dell’ultimo piano. Decisivo, poi, l’intervento dei pompieri e dei carabinieri che hanno posto in salvo l’inquilino. Inquilino che, è confermato, non è in gravi condizioni: ha subìto delle lievi ustioni e un’intossicazione che è stata “neutralizzata” con l’ausilio della camera iperbarica dell’ospedale di Cattinara, a Trieste.
Intanto, il giorno dopo l’incendio, affiora qualche particolare in più sull’identità del cittadino croato. «L’uomo, nato nell’agosto del 1978, è stato identificato più volte sul suolo nazionale - fanno sapere ancora i carabinieri -. Mentre ha sempre fornito le generalità giuste relativamente all’anno di nascita, ha cambiato qualche versione riguardo alla terra d’origine. Alle volte, ha detto di essere croato, poi serbo, poi cittadino di altre repubbliche ex jugoslave».
L’uomo ha anche dei precedenti ma, a sentire gli uomini dell’Arma, assolutamente di piccolo cabotaggio. «Qualche reato contro il patrimonio», spiegano. «Ma niente di particolarmente “forte”». —
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