Il Covid-19 entra in Prefettura a Gorizia

Quattro positivi fra i dipendenti del palazzo del Governo che lavora a scartamento ridotto. Negativo Marchesiello

GORIZIA Il Covid-19 entra (anche) nella Prefettura di Gorizia. Quattro fra dipendenti e funzionari sono risultati positivi al virus. «Risultano essere asintomatici e le loro condizioni sono buone».

A confermarlo il prefetto Massimo Marchesiello, negativo al test del tampone. Il contagio costringe, ovviamente, la Prefettura a lavorare a scartamento ridotto. Ignoti, al momento, i meccanismi che hanno portato il personale a contrarre il coronavirus, considerate anche le norme stringenti che vengono osservate quotidianamente, rispettando con scrupolo tutti i protocolli di sicurezza.

Il contagio in Prefettura

«Tutti gli ambienti sono stati igienizzati e non c’è motivo di preoccupazione», sottolinea ancora il prefetto. Che invita tutti a non drammatizzare. Lui stesso si è sottoposto al monitoraggio «e il test del tampone ha avuto esito negativo». Le persone che hanno contratto il virus sono tutte a casa, sono in buone condizioni e, fortunatamente, non si è reso necessario alcun ricovero nelle strutture ospedaliere. «Come possa essere nato il contagio non è ancora chiaro - aggiunge il prefetto -. È evidente che questa sgradita novità sta comportando un rallentamento del normale lavoro portato avanti dalla Prefettura ma si tratta, soltanto, di un disagio momentaneo. La situazione è perfettamente sotto controllo e tutti i dipendenti vengono sottoposti ai test per avere il quadro della situazione completo».

È la prima volta che, alla Prefettura di Gorizia, si registrano casi positivi al coronavirus. Durante la prima ondata non si erano registrati problemi e positività al Covid-19.

Aria di protesta in Municipio

Nel frattempo, tira aria di protesta in Municipio dopo che una dipendente del settore “Economato” si è ammalata di coronavirus. Già chiusi gli uffici che, peraltro, non hanno rapporti con il pubblico. Ieri pomeriggio, le Rsu del Comune di Gorizia, assieme ai sindacati territoriali Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Cisal enti locali, hanno proclamato lo stato di agitazione del personale. La comunicazione ufficiale, inviata sempre nella giornata di ieri al prefetto per l’avvio della “procedura di conciliazione” in vigore nel settore pubblico, spiega che la decisione nasce dalla mancata applicazione di «molte norme di contrasto alla trasmissione del Covid-19, quali ad esempio la misurazione della temperatura di dipendenti e utenti, la sanificazione dei locali e degli strumenti di lavoro, il rispetto delle percentuali di ricorso allo smart working».

La lettera inviata a Marchesiello, oltre a segnalare un lungo elenco di segnalazioni delle Rsu che «non hanno trovato riscontro da parte dell’amministrazione comunale», cita anche il caso della dipendente comunale con sede di lavoro nel municipio risultata positiva al tampone.

«Si ricorda che eventuali scioperi verranno decisi solo al termine della procedura di conciliazione prevista dalle leggi 1446/90 e 83/2000, qualora questa non vada a buon fine», ammoniscono Cgil, Cisl e Uil. —

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