Il Covid-19 entra al Nazareno di Gorizia, sono 37 i migranti contagiati
Il gestore: «Struttura chiusa e create zone per l’isolamento e la quarantena» La maggior parte sono asintomatici. Romano: «Vigilanza affinché non escano». Il forzista Gentile: «Non possiamo farci carico di ogni singola persona rintracciata»
GORIZIA. Calma piatta nei giorni scorsi, numeri molto incoraggianti. Sino a quel dato anomalo che ha fatto schizzare all’insù i contagi, mettendo anche a repentaglio la zona bianca. La Regione si è limitata a dire che resta «sotto stretta osservazione la situazione all’interno di una struttura che ospita una comunità di immigrati dove si è registrata una rilevante presenza di contagi che ha già determinato significative misure di quarantena», senza null’altro aggiungere.
Adesso si scopre che la struttura in questione è il Nazareno di Gorizia. E sono trentasette gli ospiti contagiati. A tenere la contabilità Mauro Perissini presidente del Consorzio di cooperative “Il Mosaico” che ha in gestione il centro per richiedenti asilo. Con grande trasparenza, non si tira indietro e ricostruisce anche le tappe che hanno portato all’esplosione dei contagi. «Tutto è partito due domeniche fa, quando un ospite ha manifestato i sintomi tipici del Covid con 38 di febbre. Immediatamente - spiega - abbiamo attivato il protocollo ed è emersa subito la positività di altre due persone, portate poi a Gabria dove c’è la residenza strutturata proprio per le quarantene».
Ma il contagio, con il passare dei giorni, si è diffuso, portando a 37 (dei 150 ospiti complessivi) il numero degli immigrati positivi al coronavirus. «Abbiamo completamente riorganizzato il Nazareno. Alcuni ospiti, positivi al Covid-19, alloggiano nei container disposti all’esterno ma sempre nel perimetro dell’area del centro. Per gli altri abbiamo “adattato” alcuni spazi dove oggi si trovano sia i positivi in isolamento, sia coloro che sono stati in stretto contatto con questi ultimi. Tutti in quarantena. Non vengono ammessi altri ospiti».
Adesso, infatti, il Nazareno è una struttura chiusa. Anche gli ospiti risultati negativi devono, prudenzialmente, rimanere all’interno della struttura per evitare che il Covid possa essere “portato” in città. «Abbiamo aumentato sia i livelli di vigilanza, sia l’assistenza infermieristica per gestire questo momento. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. La maggior parte degli ospiti sono asintomatici, nessuno è in gravi condizioni, nessuno è dovuto ricorrere alle cure dell’ospedale».
Perissini evidenzia anche, a scanso di equivoci, che il primo contagiato non era un immigrato appena arrivato nella struttura goriziana, bensì un ospite che era lì da parecchio tempo. «Quindi, si è contagiato a Gorizia. Non è stato lui a “portare” il virus. Gli operatori sono tutti vaccinati, in larga parte con la copertura almeno della prima dose. Altri, hanno effettuato o stanno effettuando il richiamo».
L’assessore comunale al Welfare Silvana Romano è stata subito portata a conoscenza di quanto successo al Nazareno. Anche se il suo dato era aggiornato a 29 positivi, diventato poi 37, come annunciato dal presidente del Mosaico, Perissini.
«È un fatto spiacevole - commenta Romano - che si verifica proprio in un momento positivo in cui entriamo in zona bianca e stiamo ottenendo ottimi risultati grazie alla campagna vaccinale. Spero e mi auguro che la misura di isolamento venga rispettata rigorosamente». Come a dire: l’attenzione deve essere massima affinché gli ospiti positivi al virus, pur essendo liberi di muoversi, non escano dalla struttura goriziana.
Più diretto il capogruppo forzista Fabio Gentile che aveva già affrontato la questione, seppure con altri numeri, in Consiglio comunale, manifestando preoccupazione in prospettiva. «E sono stato profetico, purtroppo. La questione è semplice: questi continui arrivi dalla Slovenia rappresentano un pericolo per tutti. Non possiamo farci carico di ogni singola persona che viene rintracciata in Italia, appena varcato il confine. Speriamo vada tutto bene e il numero dei contagi non cresca ulteriormente. Anche in città».
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