Il corvo sfratta i climber da Val Rosandra
SAN DORLIGO DELLA VALLE. Divieto di arrampicata sulla falesia denominata “I falchi” e di sorvolo con droni sull’area che la ospita. Il tutto fino al 6 maggio. È il provvedimento adottato d’urgenza ieri dal sindaco di San Dorligo della Valle, Sandy Klun, dopo l’avvistamento di una coppia di corvi imperiali che, a detta degli esperti, sarebbero in procinto di nidificare proprio sulla falesia “I falchi”.
Il corvo imperiale (Corvus corax) è il più grande passeriforme e corvo europeo: le ali superano 1,3 metri in larghezza e dal becco alla coda può raggiungere la lunghezza di 70 centimetri. Può sfiorare il peso di 1,4 kg. Il piumaggio e il becco, che è molto robusto, sono neri, mentre la coda è cuneiforme e la gola irsuta. Il suo piumaggio è molto liscio, ma le piume del collo si possono drizzare in particolari situazioni. Il corvo imperiale è capace di esibirsi in volo in maniera molto elegante, seguendo una traiettoria quasi rettilinea. I maschi, durante il periodo degli amori, sostengono lotte che possono essere anche molto furiose per il possesso delle compagne.
Si tratta dunque di un uccello molto bello e piuttosto raro. Per queste ragioni, l’amministrazione di San Dorligo della Valle è subito corsa ai ripari per tutelare la presenza di questa coppia, emanando un provvedimento destinato a preservare la zona di avvistamento in modo da non spaventare gli esemplari che stanno per nidificare sulla falesia “I falchi”. Contestualmente sono stati allertati tutti i soggetti che possono contribuire a garantire la massima tranquillità alla coppia: a vigilare sul rispetto dell’ordinanza sono stati chiamati la polizia locale di San Dorligo, i carabinieri, la Protezione civile e a i vigili del fuoco.
L’ordinanza, che nel testo ufficiale è definita «contingibile e urgente», è stata immediatamente notificata anche a Cai XXX Ottobre, Società Alpina delle Giulie, associazione Alpina slovena di Trieste, Guide alpine, Soccorso alpino e Lega italiana per la protezione degli uccelli (Lipu). Tutti soggetti che non hanno potere coercitivo, ma possono assicurare un’attenzione nella segnalazione di eventuali abusi e inosservanze del provvedimento.
La competenza sulla gestione ordinaria della zona, nella fattispecie la Riserva della Val Rosandra, arriva all’amministrazione di San Dorligo in base a un accordo sottoscritto di concerto con la Regione.
Sarebbe quest’ultima a doversi fare carico in prima battuta del controllo sull’area in cui si è verificato l’avvistamento, perché lo stabilisce una normativa del 1996. Ma nel dicembre del 2015 l’amministrazione regionale ha sottoscritto un accordo con il Comune, affidando tale competenza a quest’ultimo.
Il sindaco Klun, appena ricevuta la segnalazione della presenza dei corvi imperiali dalla Forestale, ha applicato il regolamento che disciplina le attività all’interno della Riserva, che prevede fra l’altro che «al fine della tutela di habitat o di specie di particolare pregio si possono individuare aree di speciale tutela all’interno delle quali si possono vietare attività escursionistiche, alpinistiche o di altra natura».
Il termine del 6 maggio, indicato nell’ordinanza, deriva dal fatto che normalmente entro tale data dovrebbe esaurirsi il tradizionale periodo di accoppiamento, deposizione e involo dei piccoli.
«Il corvo imperiale – spiega il naturalista Fabio Perco – è tornato sul Carso e nelle zone a esso vicine dopo che, nel 1977, è stata modificata la normativa che, in precedenza, ne autorizzava la caccia. Si tratta di corvidi dalle spiccate tendenze necrofaghe, si nutrono cioè molto spesso delle carogne di altri animali. Di certo – aggiunge Perco – sono molto belli e grandi. Ma hanno anche un’altra qualità – aggiunge – sono intelligenti e sanno capire molto rapidamente se il territorio nel quale si trovano può essere a loro favorevole».
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