Il Coronavirus fa tornare il "muro" a Gorizia: posizionata una rete nella piazza Transalpina per impedire l'accesso in Slovenia

Dopo 16 anni il capoluogo isontino e Nova Gorica tornano "città divise" come ai tempi della cortina di ferro

GORIZIA. Ormai sedici anni fa, il 12 febbraio 2004, veniva tolto con una toccante cerimonia il primo pezzo della rete che divideva piazza Transalpina a Gorizia. I sindaci di Gorizia Vittorio Brancati e di Nova Gorica Mirko Brulc sbullonavano la rete facendo di fatto cadere quel muro per per 57 anni aveva diviso la piazza, le due città e rappresentato un simbolo della cortina di ferro. Nel pomeriggio di quel 12 febbraio era stato poi demolita tutta la recinzione della piazza e abbattuto il muro. Gorizia e Nova Gorica con l’apertura della Transalpina avevano anticipato la caduta dei controlli al confine che sarebbe diventata realtà la sera del 20 dicembre 2007 con l’entrata della Slovenia in Schengen.

Oggi, giovedì 12 marzo, piazza Transalpina è di nuovo divisa. Questa mattina è stata infatti posizionata una recinzione in corrispondenza del confine in modo da impedire l'accesso in Slovenia. Per andare in Slovenia da Gorizia l'unica "porta" possibile è il valico di Sant'Andrea dove gli agenti della polizia slovena fermano tutte le auto per controllare la temperatura corporea dei conducenti oltre ai documenti d'identità. Tutti gli altri accessi ed ex valichi della fascia confinaria goriziana sono chiusi.

La decisione di installare la rete sulla piazza Transalpina è stata decisa per evitare che gli italiani entrassero indisturbati e senza alcun controllo in territorio sloveno. Ma in tarda mattinata sono stati già segnalati casi di persone che hanno cercato di scavalcare la rete, riuscendoci senza troppe difficoltà.

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