Il coraggio di Manuel conquista Trieste: «Ho visto l’abisso ma ne sono uscito»

TRIESTE «Ho imparato quanto vale la pena piangere, soffrire, sacrificarsi, pur di raggiungere un risultato a cui teniamo, perché la soddisfazione ripaga di tutta la fatica. Ho conosciuto l’abisso della disperazione, e ne sono venuto fuori, ora posso dirlo, sulle mie gambe. L’unica strada che conosco per rinascere». È con queste parole che Manuel Bortuzzo, ha iniziato il racconto, assieme al vicedirettore de Il Piccolo Alberto Bollis, del dramma che a soli 19 anni gli ha sconvolto la vita. E di come, nonostante tutto, sia riuscito a ritrovare la forza d’animo per ricominciare a vivere e a tornare in piscina a nuotare. Un ragionamento su quello che è stato il “prima” e “dopo” il proiettile che gli ha cambiato la vita in quella tragica notte del 2 febbraio scorso, alla periferia di Roma, e che gli ha provocato una lesione midollare completa. Che significa sedia a rotelle e un lungo percorso di recupero fisioterapico. Ed è proprio per aiutarlo a sostenere le spese per le cure che è nata l’idea dello spettacolo di beneficenza in suo onore “Trieste x Manuel”, andato in scena ieri sera al Politeama Rossetti.
«Sto facendo un percorso faticoso - queste le sue parole in merito al suo recupero -. Faccio molta fisioterapia, ma lo sport mi ha insegnato che chi si arrende ha perso in partenza e io farò tutto quello che è nelle mie possibilità per poter tornare a camminare». Ad accompagnarlo un sorriso degno della sua giovane età, nonostante l’assurdità di quello che gli è capitato.
Un sorriso che il numeroso pubblico accorso ieri sera al Rossetti ha potuto vedere di persona e non solo da giornali e tv. Ed è stata subito apoteosi per lui, complice la numerosa presenza di giovani in platea, con il pubblico che gli ha rivolto una calorosa standing ovation fin dalla prima apparizione, una volta apertosi il sipario.
«È una grande emozione essere qui a Trieste – queste le sue prime parole sollecitato dalla presentatrice della serata, Rosanna Bubola – e vedere quanta gente in questi mesi si è stretta attorno a me mi dà grande forza per il futuro».
Bravo in vasca ma anche al pianoforte, tanto da fare cenno delle sue doti musicali con un’ottima esecuzione del brano “Per Elisa” di Beethoven all’inizio della serata. Una sfida nelle sfida, quella di imparare a suonare il pianoforte, iniziata da pochi mesi parallelamente al suo percorso riabilitativo.
Una serata in piena sintonia con il suo spirito, sempre solare, intervallata dalle incursioni di Flavio Furian - apprezzatissima come sempre l’imitazione del sindaco Roberto Dipiazza, con il vero primo cittadino a fargli da spalla - tra una cover di Lucio Battisti e una di Pino Daniele. A metà serata il dialogo con Alberto Bollis, assieme al quale ha spaziato fra il passato, i ricordi di quand’era piccolo e tornava a Trieste a trovare i suoi nonni, e il futuro. Che significa anche l’improvvisa notorietà, il film sulla sua vita che sta girando a Roma assieme a Raoul Bova e il libro da poco uscito nelle librerie “Rinascere, l’anno in cui ho ricominciato a vincere”, nel quale Manuel Bortuzzo ripercorre tutto ciò che gli è accaduto negli ultimi nove mesi.
Manuel non ha dimenticato di citare la sua triestinità, assorbita però solamente dai parenti rimasti in città. L’ultimo pensiero l’ha riservato a chi lo ha ridotto in sedia a rotelle. «Qualsiasi decisione presa dai giudici, non mi ridarà ridato la possibilità di riutilizzare le gambe - questo il pensiero di Bortuzzo nei riguardi di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano –. Perciò guardo avanti e penso solo a guarire». —
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