Il Consiglio regionale invoca il taglio delle Camere di commercio

Mozione del centrodestra per accelerare l’accorpamento. Pd e Cittadini favorevoli. Il vicegovernatore Bolzonello: «Richiesta comprensibile»

«Parliamo delle missioni? Io per pagare tiravo fuori il mio portafoglio, loro tre o quattro carte di credito…». E poi «giù con comunicati stampa di incontri con delegazioni varie, quando invece talvolta tornavano indietro senza aver visto nessuno». È il capogruppo di Autonomia responsabile Roberto Dipiazza, ex sindaco di Trieste, a parlare in aula. Ed è da lì che parte un’inedita bordata contro il sistema delle Camere di Commercio. Nuova fino a un certo punto: era il 27 settembre 2011 quando Renzo Tondo, da presidente della Regione, in un discorso programmatico aveva inserito anche gli enti camerali tra quelli da accorpare. Non se ne fece nulla, un po’ per le resistenze del territorio, pare, un po’ perché l’allora governatore preferì concentrarsi su alcuni obiettivi più a portata, come la riduzione dei consiglieri poi effettivamente messa a segno. E un po’ perché la Regione non ha competenze dirette in materia. Ma dà i soldi, finanzia. Dunque ha voce in capitolo.
Tondo, ora leader del centrodestra in Consiglio, ieri ha riavvolto il nastro ed è tornato all’attacco con una mozione sottoscritta pure dai capigruppo di Ncd Alessandro Colautti, di Fi Riccardo Riccardi e dalla Lega, oltre che dallo stesso Dipiazza. Il documento è stato poi ritirato di fronte alle garanzie della maggioranza di portare in Commissione la questione per mettere ai raggi x investimenti, bilanci, missioni, strategie e risultati ottenuti dalle Cciaa. La mozione dell’ex presidente sollecitava l’esecutivo a fare pressing sul governo «per adottare al più presto una procedura di riunificazione degli enti di Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone in una sola Camera di Commercio su base regionale con conseguente attribuzione delle competenze in capo ad un unico consiglio, giunta, presidente, collegio dei revisori e segretario generale». E, in subordine, «di devolvere le competenze in materia alle Regioni per consentirne il riordino secondo le esigenze delle singole realtà produttive».
Tondo è partito da una constatazione: «Siamo in un momento in cui è in atto una razionalizzazione di vari enti - ha affermato - ci sono numerosi decreti emanati dal governo in questo senso sulla revisione della spesa pubblica e anche la nostra Regione ha adottato vari provvedimenti volti a unificare e centralizzare il servizio ai cittadini». Infine, riferendosi al recente viaggio istituzionale di Serracchiani in Azerbaijan, ha ricordato: «Io non ho mai volato in business class ma sempre in classe economica per stare vicino agli imprenditori che accompagnavo».
Il centrosinistra ha dato sostanzialmente il placet e con il capogruppo del Pd Cristiano Shaurli ha rassicurato che sul tema si aprirà un ampio confronto in sede di prima e seconda Commissione, oltre che nel Comitato di controllo, come richiesto dall’opposizione. «Tondo ha fatto benissimo a presentare la mozione - ha detto il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello -. Ma il discorso è più ampio e riguarda le categorie economiche nel loro complesso, che devono entrare nell'ordine di idee della situazione in cui ci troviamo. Una serie di ragionamenti di più ampia portata – ha suggerito – potrebbe essere sviluppata per vedere quali altri passi si possono compiere in questa direzione». L’assessore ha rilevato che «già ora i contributi regionali vengono dati a Unioncamere e non alle singole Camere di Commercio».
A margine dei lavori Shaurli ha inoltre puntualizzato che «il principio di aggregazione è corretto, ma, al pari delle fusioni del Comuni, non deve avvenire per imposizione». Apertura dei Cittadini che, con il capogruppo Pietro Paviotti, ritengono valida l’ipotesi di un solo ente camerale. «Una possibilità da approfondire nelle Commissioni competenti – ha precisato il consigliere – tenendo in considerazione l'opinione delle varie categorie economiche regionali e, allo stesso tempo, l'azione del governo nazionale che anche su questo tema sembra intenzionato a proporre nel breve periodo una riforma radicale».
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