Il Consiglio di Stato: no agli ogm

In una sentenza ha rigettato il ricorso di Fidenato. Ciascun Paese decide nelle more di una norma Ue
Mais geneticamente modificato
Mais geneticamente modificato

TRIESTE. Il Consiglio di Stato, con una decisione depositata ieri, ha rigettato il ricorso di Giorgio Fidenato mantenendo quindi il divieto di seminare mais ogm. L’imprenditore agricolo aveva impugnato di fronte al Tar del Lazio il decreto ministeriale con il quale nel 2013 era stata vietata la semina di organismi geneticamente modificati, dopo avere più volte tentato di seminare il mais transgenico sfidando il Governo e la Regione Friuli Venezia Giulia che sono intervenuti per impedire questa azione. Già il Tribunale amministrativo aveva respinto l’istanze di Fidenato, il Consiglio di Stato ha confermato quella decisione, dopo che lo scorso 23 gennaio il Governo aveva in ogni caso prorogato il divieto di coltivazione per altri 18 mesi con un nuovo decreto. Dal canto suo, la Commissione europea sta lavorando per rivedere, entro la fine di aprile, il futuro processo decisionale sugli ogm nell'Unione europea.

La sentenza del Consiglio di Stato ha ricordato che, in attesa dell'adozione delle misure a livello comunitario, il singolo Stato «può decidere se e per quanto tempo mantenere in vigore le misure d'emergenza nazionali adottate». Il Giudice ha riconosciuto che i Ministeri della Salute, dell'Agricoltura e dell'Ambiente hanno «correttamente ritenuto che il mantenimento della coltura del mais Mon 810 senza adeguate misure di gestione non tutelasse a sufficienza l'ambiente e la biodiversità, così da imporre l'adozione della misura di emergenza contestata». Fidenato tuttavia non intende mollare la presa: «Non nutrivo grandi speranze nel Consiglio di Stato, come del resto in ogni situazione in cui ad esprimersi è un Tribunale italiano, visto che siamo il Paese della disapplicazione dei trattati europei» ha affermato l’imprenditore annunciando di rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea, «l'unica che ha riconosciuto la bontà delle nostre istanze e del nostro operato. Questa sentenza – ha aggiunto Fidenato - mi fa riflettere ancora una volta su un'altra delle circostanze tutte italiane: i giudici, a prescindere dal caso specifico e odierno, non pagano mai per eventuali errori. Probabilmente, se fosse introdotta una norma ad hoc, pronunciamenti che vanno in netto contrasto con la legge comunitaria, che è sovrana in questa materia, sarebbero meno frequenti».

La Regione ricorre al Tar contro l’agricoltore pro Ogm Fidenato

«Questa sentenza conferma che la Regione Friuli Venezia Giulia ha agito bene, quando per prima e da sola ha dovuto far fronte alle semine di mais transgenico», afferma il vicepresidente della Regione Fvg, Sergio Bolzonello. Esulta anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, che parla di «una nuova vittoria per l’agricoltura di qualità, quindi per il Veneto e per i suoi agricoltori. Quella contro gli ogm - sottolinea Zaia - è una battaglia storica, per difendere la vera agricoltura, i veri agricoltori, le vere produzioni, il cui valore sta nella loro diversità e non nell’omologazione ai livelli più bassi. Occorre comunque tenere la guardia alta». Soddisfazione anche da parte delle associazioni ambientaliste. Per il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, «è uno stop alle semine biotech e un ulteriore passo verso un’Italia Ogm free. Aspettiamo -prosegue- la pubblicazione dell’annunciato decreto firmato il 23 gennaio dai ministri della salute Beatrice Lorenzin, delle politiche agricole Maurizio Martina e dell’ambiente Gianluca Galletti, che proroga per altri 18 mesi il divieto di coltivazione di mais ogm sul territorio italiano, in vista dell’entrata in vigore della nuova direttiva Ue». Per Greenpeace «questa sentenza conferma ancora una volta la validità del decreto recentemente prorogato e della corretta applicazione del principio di precauzione a salvaguardia di agricoltura e ambiente, contro i rischi legati al rilascio in ambiente di colture ogm».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo