Il consigliere No Vax di Trieste: «Io, eletto, ancora agli arresti: posso solo uscire con il cane»
Parla Ugo Rossi, ai domiciliari dopo l’episodio anti Green pass al ricreatorio Toti
«Mi sento un perseguitato della giustizia: se uno picchia la compagna o spaccia è subito libero»
TRIESTE Si sente un «perseguitato» dalla giustizia, il consigliere comunale del Movimento 3V Ugo Rossi. E in due mesi e mezzo di arresti domiciliari, che si concluderanno il 4 maggio, non ha mai avuto un ripensamento sugli episodi anti Green pass di cui si è reso protagonista. L’ultimo al ricreatorio Toti: quello dello scorso 4 febbraio che ha determinato la sua attuale detenzione, quando gli agenti della Polizia locale lo avevano portato via con la forza, dopo la sua ostinazione a voler rimanere in una struttura pubblica.
Era in corso un sopralluogo della commissione comunale, Rossi non aveva la certificazione sanitaria per entrare nel ricreatorio. Prima ancora, a settembre, il parapiglia con i Carabinieri davanti all’ufficio postale di viale Sanzio che gli è costato una condanna penale (a cui ha fatto appello). «È la mia battaglia civile», spiega il consigliere dalla sua casa in Friuli.
Rossi, 31 anni, per effetto della misura cautelare attualmente è sospeso dalla carica politica con un atto della Prefettura. «Sì, sono un perseguitato – insiste – perché chi picchia le donne e chi spaccia è libero in pochi giorni, mentre io sono agli arresti». Il Tribunale del riesame, a cui ha fatto ricorso, ha dato ragione al gip Massimo Tomassini che aveva emesso la misura; in attesa che si pronuncia la Cassazione, Rossi resta ai domiciliari.
Come passa le giornate?
«Cerco di lavorare da casa. Inizialmente mi era stato concesso di andare in ufficio, poi però è arrivata la revoca. A casa leggo e faccio esercizio fisico. Ho il permesso di portare il cane nel giardino condominiale. La mia famiglia mi aiuta portandomi la spesa».
In questo periodo ha avuto un ripensamento sui suoi comportamenti?
«I decreti legge, i Dpcm e tutte le misure adottate dal governo sul Covid sono illegittime e anti costituzionali. La mia è una disobbedienza civile: mi oppongo al Green pass che è un lasciapassare, cioè una discriminazione. Gli esempi storici non mancano: pensiamo agli ebrei. La mia è una resistenza attiva e per questo mi trovo ai domiciliari, mentre uno spacciatore o un violento che picchia la compagna sono fuori dopo tre giorni. Io, a ogni sit in, avevo sempre dietro polizia e Digos. E sono stato anche picchiato».
Cioè?
«Il 4 febbraio al ricreatorio non avevo il Green pass, quindi gli agenti della Polizia locale avrebbero dovuto darmi una multa, non mettermi le mani addosso. Ma mi hanno arrestato e portato via con la forza. Poi mi hanno picchiato in caserma in otto».
Lo può dimostrare? Ha dei referti medici?
«Sì, sono agli atti. Glieli invio in forma riservata. Denuncerò gli agenti della Polizia locale».
Il Green pass è una misura destinata a concludersi, quali saranno quindi le sue battaglie politiche non appena potrà riprendere posto in Consiglio comunale?
«Porto avanti i temi dei diritti umani, quelli ambientali, della salute e della libertà dagli interessi economici sulla politica. Comunque non sono così sicuro che il Green pass sarà eliminato. Troveranno un’altra scusa per rinchiuderci»
Riproduzione riservata © Il Piccolo