Il congresso regionale del Pd finisce in freezer

I giochi romani rischiano di produrre un lungo rinvio: il neo segretario del Fvg potrebbe essere eletto solo tra un anno
Di Marco Ballico
Foto Bruni 10.04.13 Matteo Renzi a Trieste con Debora Serracchiani
Foto Bruni 10.04.13 Matteo Renzi a Trieste con Debora Serracchiani

TRIESTE. Il congresso regionale del Pd rischia di slittare. E non di poco. A pochi giorni dall’assemblea nazionale democratica si consolida l’ipotesi di dover arrivare al prossimo anno. Non a gennaio o febbraio, ma più in là. Addirittura a primavera inoltrata, se non all’autunno 2014. Lo scenario complessivo è molto poco regionale, in questo caso. Saranno a quanto pare regole nazionali a imporre il rinvio degli appuntamenti congressuali nelle regioni in un periodo che va dai sei ai dodici mesi.

Il Pd del Friuli Venezia Giulia non potrà fare altro che adeguarsi. Perché Roma, ovviamente, imporrà una linea uguale per tutta la periferia. Nessuno, al momento, dichiara alcunché. Il Pd in regione attende gli sviluppi di un’assemblea, quella in programma tra venerdì 20 e sabato 21 settembre all’auditorium della Conciliazione nella capitale. Una due giorni che ha nel menù non solo la situazione politica ma anche il confronto sulle regole, quelle che da tempo spaccano il partito democratico. Si gioca infatti la grande partita interna tra la corrente del premier Enrico Letta e le ambizioni del sindaco di Firenze Matteo Renzi. In mezzo si muove anche Gianni Cuperlo, pure lui candidato alla segreteria. Nei giorni scorsi il parlamentare triestino, favorevole a distinguere il ruolo del segretario da quello di candidato primo ministro, si è messo decisamente dalla parte di Letta contestando le critiche mosse da Renzi al presidente del Consiglio. «Letta sta facendo un lavoro apprezzato, dimostrando una grande capacità, saggezza, equilibrio nell'affrontare un passaggio difficilissimo», sono state le chiare parole di Cuperlo.

La questione date è, dopo il braccio di ferro sulle regole, un altro elemento che divide il Pd. E che avrà riflessi sui congressi regionali. Renzi insiste sul 7 novembre ma sa per primo che sarà difficile anticipare i tempi. Più probabile che si scelga all’interno della forchetta ormai definita tra il 24 novembre e l’8 dicembre. A spuntarla, forse, la soluzione di mezzo: congresso il primo dicembre. «Chiedete ad Epifani. Io mi tengo liberi alcuni sabati e domeniche, non si sa mai», ironizzava ieri il sindaco. Mentre i suoi aficionados in Trasatlantico osservavano che «sarebbe una follia» litigare sui giorni del congresso un attimo dopo che Berlusconi fosse dichiarato decaduto dal Senato. In assemblea si dovranno in ogni caso definire i dettagli nel complicato “timing” che deve portare all’elezione del segretario e alcuni passaggi (ci sono da scegliere segretari di circoli, provinciali, regionali) potrebbero dunque anche essere rinviati a dopo le primarie nazionali.

La novità che filtra negli ambienti del Pd regionale è che quel rinvio possa appunto essere di lunga data, fino a un anno, spostando di fatto la scelta del dopo Travanut tra la primavera e l’autunno del 2014. Il Pd del Friuli Venezia Giulia, da parte sua, ha già chiesto al partito nazionale di separare i due appuntamenti congressuali. Verrà accontentato, ma non in tempi immediati, contrariamente a quanto auspicava Renzo Travanut, in sella da inizio anno, che contava di chiudere la vicenda entro fine 2013. «Anche perché sono un po’ stufo», ha spiegato confermando le voci che l’ex presidente della Regione non si riproporrà per un ulteriore mandato. A motivare la richiesta Fvg di mantenere separato il congresso regionale da quello italiano è stato ancora Travanut: «È un’istanza che trasmettiamo a Roma rendendoci conto per primi che l’appuntamento nazionale annullerebbe il nostro. E invece, come in altre regioni, ci servono tempi e modi per avviare una discussione di tono locale. Un partito federale com’è il Pd credo che potrà tener conto di questa esigenza». Non solo ne terrà conto. Ma darà tempo, molto tempo al territorio di preparare la propria partita congressuale e di individuare i candidati. Al momento si è parlato solo del gruppo dei parlamentari e di qualche giovane “promessa” come Andrea Lerussi, candidato presidente alle scorse provinciali di Udine.

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