Il concerto di Muti diventa a pagamento
TRIESTE. Riccardo Muti dirigerà gratuitamente il concerto “Requiem per le vittime di tutte le guerre” di Giuseppe Verdi, davanti a quattro capi di Stato, domenica 6 luglio al Sacrario di Redipuglia, ma gli spettatori pagheranno un biglietto.
Di quanti euro lo si saprà solo la prossima settimana: martedì a Roma è in programma un appuntamento chiarificatore. Ma, sin d’ora, l’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti spiega che il contributo di 2.500 spettatori, in sostanza quelli che avranno a disposizione un posto a sedere, è inevitabile. Questione di costi tecnici da coprire per circa 250mila euro. Ma non è nemmeno escluso, in questo caso entrano in gioco i diritti Siae e le norme sulla sicurezza, che qualche euro possa essere chiesto pure a chi assisterà al concerto in piedi, presumibilmente 6mila persone.
Si racconta che Muti non l’abbia presa troppo bene. Non per un evento che il maestro vuole come una festa di popolo. Se io non mi faccio pagare, sarebbe stato il messaggio rivolto alla Regione dal direttore d’orchestra, perché dovrebbero farlo i cittadini? L’assessore alla Cultura, però, fa sapere che è andata in modo un po’ diverso: «Con Muti non c’è alcun problema, anzi ci vedremo martedì a Roma per un incontro che definirà ogni particolare». Fatto sta che, secondo fonti molto attendibili, l’artista non ha gradito che della vicenda del biglietto a pagamento si sia parlato sulla stampa prima che tutto fosse ufficiale.
Nella capitale, rende noto inoltre Torrenti, si ritroveranno il ministero della Difesa, il commissariato generale per le onoranze ai caduti in guerra (Onorcaduti) e il Ravenna Festival, organizzatore del concerto di luglio, momento principale della venticinquesima edizione della rassegna romagnola dedicata al centenario della prima guerra mondiale. «Stiamo lavorando per un accordo che soddisfi tutti: promotori, artisti, Rai e governo». Un accordo che conterrà anche l’importo del biglietto. Torrenti precisa appunto che, se la parte artistica del concerto verrà sostenuta da contributi statali e dalla Fondazione ravennate, si tratta di far fronte anche a 250mila euro di costi tecnici, con Mittelfest che, nella serata del 6 luglio, fornirà una sorta di collaborazione coproduttiva a Ravenna Festival: «Ci saranno gli interventi della Fondazioni bancarie, anche di Generali, ma l’entrata a pagamento potrà servire ad abbattere le spese. Ciò consentirà anche a chi arriva da lontano di potere avere certezza del posto a sedere». Complessivamente ce ne saranno 2.500 (si punta anche a presenze dall’estero), mentre altri 6mila spettatori si godranno lo spettacolo in piedi. «Anche in questo caso, potrebbe essere richiesto un piccolo contributo per obblighi di Siae e di sicurezza. Una sorta di filtro per evitare problemi di ordine pubblico, possibili nel caso di un afflusso senza controlli in un’area molto particolare come Redipuglia. Ma solo martedì, anche sul quantum, potremo essere più precisi».
Il 6 luglio a Redipuglia saranno invitati il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, assieme ai capi dello Stato di Austria, Slovenia e Croazia. Il programma prevede che Muti diriga i giovani dell’orchestra Luigi Cherubini, da lui fondata, il coro del Friuli Venezia Giulia, oltre a musicisti e coristi del teatro Verdi di Trieste e di prestigiose formazioni internazionali di paesi che presero parte alla Grande Guerra. Al di fuori di quelli della Cherubini, che resterà col suo nome, gli altri musicisti costituiranno la European Spirit of Youth Orchestra. Le voci soliste saranno quelle del soprano Tatiana Serjan, del mezzosoprano Daniela Barcellona, del tenore Saimir Pirgu, del basso Riccardo Zanellato. L’evento sarà trasmesso, pochi giorni la sua realizzazione, da Rai1. Il Requiem di Verdi sarà eseguito, con i medesimi interpreti, pure il giorno precedente, nel palazzo Mauro De André di Ravenna. Per Muti si tratterà della seconda volta in regione a distanza di quattro anni. Il 13 luglio 2010 il maestro napoletano diresse il “Concerto dell’amicizia” in piazza Unità, anche in quell’occasione davanti ai presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. Pochi mesi dopo Muti divenne cittadino onorario.
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