Il Comune venderà immobili per 12,3 milioni

Operazione nell’ambito di un inventario del patrimonio mai finora effettuato. Oltre un milione l’anno pagato per locazioni
Di Gabriella Ziani

Il Comune metterà in vendita beni immobiliari, tra cui edifici, appartamenti, terreni e parcheggi per 12,3 milioni di euro. Una cifra che, anche sulla spinta della “spending review” con cui il governo sollecita le amministrazioni a far fruttare i muri dimenticati, verrà allegata al bilancio 2013. Un modo di fare cassa, se si troveranno acquirenti, ma l’operazione fa parte di un ben più ampio, complesso e inedito processo che per la prima volta porta a mappa e a rendiconto tutto il patrimonio comunale. Nel quale c’è, come vedremo, di tutto. Non escluse straordinarie sorprese (anche per il Comune stesso).

Dal lungo lavoro di inventario fatto fare dall’assessore al Patrimonio e Lavori pubblici Andrea Dapretto si è scoperto che, per affitti, il Comune paga ogni anno 1 milione e 47 mila euro. Mentre per contro dagli affitti incassa praticamente la metà. Per un patrimonio posseduto e locato che vale ben 8 milioni di euro. Uno sbilancio che verrà riequilibrato con trattative già in corso sia col Demanio e sia con l’Autorità portuale, mentre per uffici ospitati in prestigiosi stabili di proprietà delle Assicurazioni Generali l’affitto non è stato più rinnovato: risparmio sull’unghia di 119 mila euro, uffici che cambiano sede. Si starà più stretti, si useranno una volta restaurati i vani dell’ex scuola Carli.

Nel campo delle vendite l’amministrazione attiverà - dice Dapretto - un vero e proprio “database” sul sito Retecivica, con i dettagli tecnici e le foto dei beni sul mercato, proprio come farebbe un’agenzia immobiliare, per allargare la platea degli interessati il più possibile e anche in tutta Italia. La trattativa col Demanio però è quella più sofisticata. «A volte potremmo fare degli scambi equilibrati - spiega l’assessore -, per esempio il Demanio sarebbe interessato a un edificio che noi dismettiamo in via dell’Ospitale. Vogliamo cessare l’affitto della Caserma Duca delle Puglie di via Cumano (121 mila euro all’anno), e anche quello del Museo del mare a Campo Marzio (18.400), dove il Demanio stesso potrebbe entrare da partner nell’ambito della rivalutazione dell’area per noi strategica: una proprietà mista. Intanto abbiamo inviato richiesta all’Autorità portuale perché ci riconosca un canone ricognitorio, minimo, o nessuno».

Invece il Comune paga, all’Autorità portuale per diritti di concessione, perfino il giardinetto davanti alla ex Pescheria (dove peraltro cura il verde): 600 euro all’anno. Paga per i terreni su cui sorge la Piscina terapeutica ben 54.890 euro. Poi 550 euro per il parcheggio-disabili a uso delle piscine, e 1000 per la discarica a mare di via Errera. Paga alla Fondazione Morpurgo per il museo di via Imbriani la somma di 61 mila euro all’anno. Alla Fondazione Caccia Burlo, in via Timignano, paga per l’accoglienza a soggetti diversamente abili due appartamenti a 2400 euro all’anno ciascuno (si pensa a un loro trasferimento). La spesa più grande è per gli uffici giudiziari del palazzo di giustizia, dove “da sempre” sono dovuti al Demanio 210 mila euro di canone all’anno. E guarda un po’ il Comune paga l’affitto al Demanio anche per la Pineta di Barcola: 15 mila euro ogni 12 mesi. Ora si sta discutendo per ottenere una acquisizione gratuita.

Tra i beni in vendita non solo l’ex Macello finora rimasto sempre invenduto, ma alloggi in via Rossetti e a Santa Croce, in via di Servola e in via San Marco, un locale d’affari di via Foscolo già valutato 345 mila euro, più terreni e parcheggi (di cui a parte).

Il valore “venale” di tutt’intero il patrimonio del Comune nemmeno il Comune lo conosce. Quanto valgono il palazzo del Municipio, quello di passo Costanzi/largo Granatieri, le numerose chiese di proprietà, tutto il verde pubblico, i teatri Tripcovich e Cristallo, i parchi, i musei? «Quel che risulta evidente - è il commento di Dapretto - è che una ricognizione del patrimonio comunale non era mai stata fatta, abbiamo dovuto collazionare fascicolo per fascicolo, ora facciamo alienazioni anche sulla base della necessità, ma è cosa che si sarebbe dovuta affrontare ben prima, per far scendere le spese. Penso alla Pineta di Barcola: 15 mila euro all’anno possono sembrare pochi, ma sono lo stipendio annuale di un operaio».

Da ultimo c’è la consueta specialità “austroungarica” di Trieste. A causa del trascinamento tradizionale di “norme austroungariche”, come le definisce la tabella degli affitti, da sempre e con scadenza indeterminata (cioé per sempre) il Comune deve assicurare quando necessario l’alloggio del clero cittadino. È citato nella lista un solo caso, però, e pittosto a buon mercato: solo 5500 euro annuali.

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