Il Comune vende azioni Hera per 20 milioni

Il Comune, applicando quanto deciso nella scorsa primavera quando venne varato il bilancio, vende uno stock di azioni Hera “trasferibili”, cioè non bloccate dal patto di sindacato che lega i maggiori azionisti pubblici della seconda multiutility (gas, acqua, ambiente, elettricità) nazionale, controllante di AcegasApsAmga.
L’operazione, autorizzata dal voto consiliare di maggio, è stata approvata dalla giunta con la delibera 437 illustrata dall’assessore Giorgio Rossi: per quanto non vi siano indicazioni ufficiali sui numeri dell’alienazione, è assai ragionevole ritenere che stiano viaggiando sul mercato 7,5 milioni di azioni per un controvalore pari a una ventina di milioni di euro (ieri il titolo ha chiuso a 2,7 euro). È Unicredit Bank Ag a occuparsi del collocamento, che avviene - spiega la delibera - con offerta sul mercato borsistico mediante procedura telematica.
Dall’inizio dell’anno il titolo è cresciuto in piazza Affari del 2%, nonostante una flessione del 4,4% negli ultimi sei mesi: funziona ancora il propellente di una partenza a razzo, che a gennaio aveva portato la quotazione oltre i 3 euro.
La delibera motiva il perché della cessione, il cui incasso finanzierà la spesa in conto capitale del 2018: a cominciare dagli interventi sulle strade e sulle scuole fino alla realizzazione del centro congressi in Porto vecchio destinato a ospitare la manifestazione scientifica Esof nel 2020.
Il Comune triestino detiene il 4,23% del capitale Hera. Possiede complessivamente 63 milioni 069.983 azioni, delle quali 46 milioni 305.038 “bloccate” e 16 milioni 764.945 “trasferibili”. Considerando che ne sono state messe in vendita 7,5 milioni, resteranno nella cassaforte municipale 9,2 milioni di azioni disponibili per il mercato. Ricordando che lo scorso aprile il patto di sindacato aveva deciso che la soglia dei titoli alienabili nel 2018 veniva fissata a 10 milioni. Naturalmente questa vendita non interviene sul pacchetto di azioni che garantisce la quota triestina del capitale Hera.
Nell’autunno 2017 il Comune, sempre nell’ottica di finanziare le opere pubbliche, aveva venduto azioni per un totale di 15,3 milioni. In totale, negli ultimi anni, l’amministrazione, sotto Roberto Cosolini e Roberto Dipiazza, ha piazzato - compreso quest’ultimo stock - i due terzi del “tesoretto” di titoli Hera “trasferibili”.
Ormai i Comuni azionisti di Hera ricorrono con sistematica frequenza al mercato, allo scopo di reperire risorse sempre più difficili da ottenere. Trasversalmente. A luglio Bologna, municipio capofila, ha deciso, tra vivaci polemiche, di finanziare con i titoli Hera la spesa corrente destinata alla casa, alle giovani coppie, alle famiglie numerose. —
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