Il Comune trova il denaro per il tesoro delle Orsoline
GORIZIA Il Comune di Gorizia ha stanziato, attraverso una variazione di bilancio, 17 mila euro per l’acquisizione di alcune opere del patrimonio delle Madri Orsoline. Si tratta di tre pale d’altare; una è di Johann Michael Lichtenreiter mentre le altre hanno al momento un’attribuzione incerta. A questi lavori va aggiunto il materiale musicale delle suore. «Certo, 17 mila euro possono sembrare un importo significativo – afferma l’assessore alla Cultura, Fabrizio Oreti –, ma si tratta di un patrimonio che deve necessariamente rimanere a Gorizia. Tenendo alla nostra storia, alla nostra cultura non potevamo permetterci che venisse disperso. Sì, abbiamo voluto “blindare” le opere pittoriche e il materiale musicale. Il tutto sarà naturalmente messo a disposizione della città che potrà così conoscerlo come merita. Ciò anche nell’ottica di una ristrutturazione, di un’armonizzazione dell’offerta culturale cittadina che potrà dirsi perfezionata con il passaggio al Comune dei Musei provinciali».
Due delle tre pale d’altare, tra cui quella di Lichtenreiter, sono in ottime condizioni, «essendo state restaurate cinque-sei anni fa mentre la terza, un’opera del Seicento, non potrebbe oggi venire esposta in quanto un restauro è assolutamente necessario», afferma Serenella Ferrari.
Per quanto riguarda il materiale musicale, «è stato acquisito in toto – afferma il consigliere comunale con delega ai Musei –. Sarebbe stato un peccato disperderlo: c’era, ad esempio, l’interesse ad acquisirlo da parte del conservatorio Tartini, ma abbiamo voluto che rimanesse a Gorizia». A questo punto, sarà da trovare una collocazione per locandine, spartiti, strumenti. «È un materiale che, da solo, basterebbe per un museo – dice Serenella Ferrari –. Di sicuro, una parte del fondo verrà collocato al piano terra di Palazzo de Grazia, sede storica dell’Istituto di musica. E sarà un allestimento permanente con teche, bacheche: in altre parole, non sarà necessario un servizio di sorveglianza. Tra l’altro, l’esposizione permetterà di valorizzare lo storico edificio. Inoltre, chiederemo all’associazione Seghizzi di poter allestire nella sua sede la parte restante del materiale musicale che, ripeto, è davvero notevole non solo in termini di qualità ma anche in termini quantitativi».
Anche la Biblioteca Statale Isontina, tuttavia, si è prodigata per impedire che il patrimonio delle Orsoline si disperdesse. «Abbiamo fatto il possibile, acquisendo in due lotti quanto le suore ci avevano chiesto, ossia i manoscritti del Marussig, le cinquecentine, le stampe del Pitteri – afferma il direttore della Bsi, Marco Menato –. Inoltre, un piccolo fondo di storia della musica, proprio quando abbiamo “preso” le stampe del Pitteri, ci è stato donato dalle stesse suore, che, in occasione di una mostra, mi era parso interessante. Tra noi, la Curia, il Comune e forse altre realtà, ci siamo insomma dati da fare. Credo che abbiamo fatto la nostra parte. Per quanto ci riguarda, inoltre, il materiale che abbiamo acquisito, circa un anno fa, è ormai pagato, catalogato e messo a disposizione per chi volesse conoscerlo e studiarlo». –
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