Il Comune spiazza i sindacati, indennità a 487 dipendenti

L’amministrazione procede in via unilaterale perché non si è raggiunta l’intesa In agosto la prima tranche. Cgil, Cisl e Uil insorgono: «Autoritarismo vintage»

TRIESTE. C’è da distribuire il premio di produttività in materia di indennità e, proprio nel cuore dell’estate, scoppia la guerra tra una parte dei sindacati e il Comune, grande dispensatore di lavoro nel territorio dove occupa circa 2500 persone.

Cisl-Cgil-Uil lamentano in una nota-volantino che la giunta Dipiazza avrebbe dato disposizione di interrompere il negoziato che la delegazione trattante municipale (il segretario Santi Terranova, il vicario Fabio Lorenzut, il capo del personale Manuela Sartore) stava conducendo riguardo l’attribuzione della cosiddetta “produttività”. Voci salariali che vanno a coprire varie forme di indennità (maneggio valori, disagio, rischio) .

A spiegare la posizione “triplicista” sono Walter Giani (Cisl), Serena Miniussi (Cgil), Maurizio Petronio (Uil). L’esecutivo avrebbe deciso di distribuire le risorse secondo i propri criteri, in maniera assolutamente «unilaterale», respingendo le proposte avanzate dalla controparte sindacale in sede di confronto. Sotto briscola dal punto di vista politico la giunta, accusata di voltafaccia, poichè due mesi fa insisteva per un accordo, salvo poi rimangiarsi l’auspicio collaborativo e imporre una soluzione che secondo il testo sindacale «puzza tanto di autoritarismo vintage».

La scelta della civica amministrazione farà sì che saranno distribuite somme «con valori economici inferiori a quanto abbiamo proposto». I conti sindacali dicono che solo 487 addetti su 2500 avranno l’indennità, a una media di 5 euro al giorno, quindi circa 75 mila euro/mese, dunque attorno ai 370 mila euro nel periodo agosto-dicembre. Incasseranno coordinatori pedagogici e assistenti sociali, ma non le altre figure dell’Educazione e del Welfare. Le tre sigle temono che il gioco del Municipio sia quello di spaccare gli interessi dei lavoratori all’insegna dell’intramontabile “divide et impera”, creando di fatto fasce privilegiate nella corresponsione della produttività.

Ecco perchè il meglio-poco-che-niente non soddisfa Cisl-Cgil-Uil, che chiedono la ripresa delle trattative e insistono affinchè, una volta definito il contratto decentrato, siano erogate le somme con gli arretrati maturati a decorrere dal 1°gennaio 2019. Con un filo di malizia, le sigle contestatrici si chiedono chi faccia effettivamente la politica del personale in Comune, la politica o la struttura. E sottolineano come la giunta - quasi a bilanciare lo “sgarbo” ai dipendenti - abbia cassato l’aumento stipendiale dei dirigenti, che in media avrebbero percepito 5000 euro lordi in più all’anno (con un paio di eccezioni che prevedevano un ritocco assai più consistente).

Completamente opposta la posizione del Comune, sia sul punto normativo che sulle cifre fornite dai triplicisti. La replica è ufficiosa, tecnica, affidata a fonti vicine alla segreteria generale. Tanto per cominciare, giunta e struttura non si sono mosse in maniera illegittima, in quanto la normativa contempla la possibilità per il datore di lavoro, una volta trascorsi 60 giorni senza il raggiungimento dell’intesa, di assumere un provvedimento unilaterale.

Poichè - osservano in piazza Unità - le posizioni delle parti erano piuttosto distanti, allo scopo di sbloccare una situazione di stasi negoziale che rischiava di perdurare, il Comune ha preso la decisione di distribuire una parte delle risorse. Una volta riprese le trattative e raggiunto finalmente l’accordo con i sindacati (sulla base di una disponibilità economica ridotta per effetto dell’anticipazione), la civica amministrazione - hanno riferito da piazza Unità - provvederà a “conguagliare” il resto delle spettanze. Altrettanto maliziosamente, si rileva che le posizioni di Cisl-Cgil-Uil non sono condivise da Ugl e Cisal. Infine, assai diverse da quelle sindacali, sono le cifre fornite sull’impegno finanziario relativo all’acconto: 2,7 milioni cioè meno del 50% di quanto destinato alla copertura delle indennità. 


 

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