Il Comune mette al bando l’elemosina

Dopo l’ospedale stop ai mendicati all’esterno di chiese, supermercati e abitazioni. Sanzioni e sequestro della questua
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-16.03.2015 Mendicanti e ospedale di San Polo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-16.03.2015 Mendicanti e ospedale di San Polo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Tempi duri per chi vive di elemosina. È in arrivo una stretta su questuanti, clochard, lavavetri e parcheggiatori abusivi che si affacciano a Monfalcone. Dopo lo sgombero a suon di ordinanze straordinarie degli accattoni che avevano eletto il San Polo a temporanea piazza d’affari, all’epoca varate dall’ex vicesindaco Omar Greco, la nuova giunta Cisint - a impronta leghista - mette a punto nuovi provvedimenti per estendere ad altre aree della città (di fatto praticamente tutte) le sanzioni previste per questi comportanti e soprattutto il sequestro dei proventi della questua molesta, da destinare poi a finalità di assistenza sociale. Brevissimo riassunto sulle puntate precedenti: fu il dirigente medico dell’ospedale cittadino, Michele Luise, attuale assessore alla Cultura e ai Servizi cimiteriali, a ispirare il primo giro di vite. Che ora viene impresso fino in fondo per cancellare i mendicanti dal territorio. Dunque Trieste e Udine fanno scuola. Anche qui. Per il momento la giunta intende tuttavia partire in «modo soft», prendendo in prestito l’espressione di Massimo Asquini, segretario cittadino del Carroccio cui Anna Cisint ha attribuito la delega al Degrado, vivibilità e città sicura. A differenza del capoluogo giuliano, infatti, non saranno sanzionati i dispensatori di carità.

«Ma ci sarà tempo, in una seconda fase, per inserire anche tale tipo di multe in via permanente nel Regolamento di Polizia municipale - spiega Asquini -, che abbiamo intenzione di rivedere al più presto inserendo anche questi aspetti, come appunto la lotta contro l’accattonaggio molesto, in modo da non dover sempre intervenire con ordinanze straordinarie e dunque temporanee». Le nuove disposizioni, infatti, entreranno in vigore da mezzanotte del 12 dicembre fino a venerdì 26 maggio 2017. «È un atto - ancora Asquini - che abbiamo voluto effettuare per dare risposta a un problema molto sentito, in particolare da donne e persone anziane, spesso molestate all’uscita dai supermercati. E anche per offrire un aiuto alle forze dell’ordine, le quali per poter intervenire in modo efficace necessitavano di indirizzi specifici». «Lo avevamo promesso in campagna elettorale», conclude. Nell’ordinanza sindacale si legge che «è vietata la questua e la richiesta di elemosina all’interno e in prossimità», nonché a meno di 50 metri dal primo accesso, «dei mercati su area pubblica o nei pressi del mercato comunale di piazza Cavour»; quindi in piazzale Moro e via Galvani, comprese le aree di circolazione, sosta e fermata dei mezzi pubblici antistanti e retrostanti l’ospedale; nelle adiacenze dei luoghi di culto, idem per i cimiteri. Non finisce qui, l’attività è off-limits anche davanti o vicino «agli ingressi di civili abitazioni, esercizi commerciali e artigianali, agenzie e uffici pubblici o privati con affaccio diretto sulla pubblica via di tutto il territorio comunale». E pure in centro su marciapiedi, zone pedonali, gallerie, giardini e parco giochi nelle vie comprese nel perimetro costituito da via Garibaldi, piazza Dante, via Bixio, viale San Marco (da via Bixio al corso), Corso del Popolo, piazza della Repubblica, via San Francesco, via Galilei (da via Mazzini a Parini), via Parini (da Galilei all’Anconetta) e Largo Anconetta. Infine divieti anche nelle aree di accesso e parcheggio degli esercizi commerciali di media e grande superficie, di centri e complessi commerciali.

Salvo l’applicazione di altre norme vigenti, è comunque sempre vietata la richiesta di elemosina con presenza dei minori o con l’utilizzo di animali. E in ogni caso «qualora l’attività venga condotta recando intralcio e rallentamento o pericolo alla circolazione stradale», recita sempre l’ordinanza. I comportamenti nel mirino non riguardano solo la questua sic et simpliciter, ma anche il «rendersi disponibili a portare o scaricare merce, pacchi o borse; a riportare il carrello della spesa nelle apposite rastrelliere; oppure a individuare e indicare agli utenti i posteggi liberi».

Il compito di far rispettare l’atto sindacale spetterà alla Polizia locale e agli ufficiali o agenti di polizia giudiziaria. L’ordinanza sarà pubblicata all’Albo pretorio per 30 giorni consecutivi e trasmessa, per gli ambiti di competenza, a Prefettura e Questura. Contro il provvedimento potrà essere proposto ricorso al Tar entro 60 giorni oppure, in via alternativa, al Capo dello Stato entro il termine di quattro mesi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione riservata © Il Piccolo