Il Comune di Trieste vara i contributi per le rette dei nidi privati

L’assessore Grim: «Vogliamo avvicinare le tariffe a quelle dei servizi municipali» . Ma l’opposizione attacca: «È solo uno spot elettorale come l’orario prolungato»
Un bimbo gioca in un asilo nido
Un bimbo gioca in un asilo nido

TRIESTE Una serie di contributi a sostegno delle famiglie per la frequenza ai servizi educativi della prima infanzia del privato e del privato-sociale, cui si aggiungono le due sezioni primavera presenti all’interno dei nidi comunali. È il contenuto della delibera discussa ieri nella seduta della V commissione consiliare presieduta da Daniela Gerin (Sel). Un nuovo strumento di supporto che il Comune di Trieste è pronto a varare mettendo sul piatto inizialmente la cifra di 22mila euro (con possibili incrementi in futuro), per un bacino potenziale di destinatari che si aggira intorno alle 700 unità, cui si aggiungono i 40 posti delle sezioni primavera.

Trieste, bonus asili per gli iscritti ai nidi privati
Bambini giocano con la maestra in un asilo nido

Un contributo che varia a seconda delle fasce di reddito. Per la frequenza a tempo pieno, si va da una copertura della retta pari al 70% (Isee da 0 a 10mila euro), passando per il 60% (Isee da 10 a 15mila euro), 50% con Isee da 15 a 20mila euro e infine 40% con Isee da 20 fino a 30mila euro. Contributi dimezzati per le frequenze a tempo parziale. Nel caso le risorse non fossero sufficienti a coprire tutte le richieste, si procederà dando la priorità alle fasce di reddito più basse. Le domande potranno essere presentate dal 1 settembre fino al 30 novembre di ogni anno con riferimento ai costi sostenuti nell’anno educativo precedente.

«Si tratta di un aiuto in più sul fronte dei servizi educativi della prima infanzia che va al di là del contributo abbattimento rette regionale - ha spiegato l’assessore comunale all’Educazione Antonella Grim -. L’obiettivo è proprio quello di equiparare ed avvicinare le tariffe del privato, evidentemente più elevate, a quelle dei nidi comunali». Spiegazioni che non hanno convinto le forze di opposizione. «A fronte di un numero di quasi 800 potenziali utenti, è evidente che la cifra messa a bilancio dal Comune è assolutamente ridicola - afferma Piero Camber (Fi) -. Una semplice vetrina che arriva a due mesi dalle elezioni». Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Lobianco (Impegno civico): «Sono solo saldi di fine mandato. Un mero spot elettorale». Così Manuela Declich (Pdl): «Si fa passare per un grande intervento quella che alla fine è una cifra minima che scontenterà tante famiglie».

In Fvg arriva il “bonus asili” sino a 180 euro
Un bimbo all'asilo

Non sono mancate le scintille anche sulla seconda delibera, pure questa licenziata con discussione, nella quale è prevista una sperimentazione di nuove fasce orarie nella fruizione dei servizi educativi della prima infanzia per venire incontro alle famiglie, nell’ottica della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Nello specifico, la sperimentazione partirà nella struttura di via Tigor, dove coesistono un asilo aziendale e uno comunale, per un totale di 60 posti. Alla tradizionale fascia oraria che va dalle 7 e 30 alle 17 e 30, se ne aggiungeranno altre due, dalle 8 e 30 alle 18.30 e dalle 10 alle 20, sempre nel rispetto del limite orario di frequenza che è di un massimo di 10 ore. In sede di pre-iscrizioni sono state 134 le famiglie che hanno optato per una delle due nuove fasce orarie tra coloro che hanno indicato come prima scelta la struttura di via Tigor.

«Una decisione che è frutto di un percorso di dialogo e confronto con operatori e famiglie avviato negli ultimi due anni - ha rilevato Grim -. Sicuramente ci possono essere altre zone che hanno la necessità di una flessibilità nella fascia oraria, ma la scelta è ricaduta sui nidi di via Tigor, dove la riflessione è partita già nell’estate del 2011». Anche in questo caso opposizione all’attacco. «È un cambiamento che noi abbiamo chiesto già da qualche anno. Speriamo si tratti solo di un primo passo che poteva però partire con un test più significativo» ha rilevato Stefano Patuanelli (M5S), mentre per Paolo Rovis (Trieste Popolare) «si poteva fare una semplice deroga sperimentale e non cambiare da subito il regolamento, cosa che equivale a dare carta bianca alla giunta». Ancora più duro Carlo Grilli (Gruppo misto): «È l’ennesimo documento politico che consente a questa amministrazione di operare come meglio crede, senza considerare il Consiglio comunale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo