Il Comune di Trieste regala una proroga ai dehors
TRIESTE Un regalo di Natale in leggero ritardo. È quello che il Comune ha incartato per i pubblici esercizi alla prese con la scadenza di fine anno delle autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico con i cosiddetti dehors. Una proroga di altri nove mesi, sino a settembre 2016, per adeguarsi al regolamento che verrà ulteriormente modificato nelle prossime settimane.
Tutto, in ogni caso, slitta a dopo le elezioni amministrative del 12 giugno prossimo. «Buone notizie per i pubblici esercizi alle prese con la scadenza del 31 dicembre delle autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico con dehors» è l’inizio del dispaccio del Comune di Trieste diramato ieri pomeriggio dall’ufficio di gabinetto del sindaco.
Si fa riferimento a quanto emerso dall’incontro tenutosi in Municipio tra il sindaco Roberto Cosolini, l’assessore alla Pianificazione urbana Elena Marchigiani, il presidente della Fipe Bruno Vesnaver e il segretario provinciale della stessa federazione Fabrizio Ziberna.
Cosa è stato deciso? «In particolare, tutti coloro che presentano la domanda per l’anno 2016 entro i termini previsti potranno continuare l’occupazione con gli arredi finora utilizzati - spiega l’amministrazione in una nota -. L’autorizzazione verrà successivamente rilasciata anche sulla base di alcune modifiche al “regolamento Dehors” che la giunta porterà all’esame del Consiglio comunale entro la metà del mese di gennaio». Allo studio ci sono diverse variazioni.
Nel dettaglio le modifiche prevedono una maggiore flessibilità relativamente ai materiali delle basi degli ombrelloni e delle fioriere, alla luce anche dei sopralluoghi fatti, in un’ottica di massima disponibilità e collaborazione, dall’ufficio comunale preposto, nonché delle richieste emerse dal confronto con gli operatori.
La proposta di revisione del regolamento prevede, inoltre, il prolungamento del periodo transitorio fino a settembre 2016 per consentire una maggiore gradualità negli adeguamenti e la possibilità di tenere conto dei miglioramenti apportati al regolamento stesso.
«Abbiamo lavorato in queste settimane con l’obiettivo di facilitare gli operatori consentendo perciò la continuazione delle occupazioni e semplificando i passaggi burocratici - afferma il sindaco Cosolini -. Soprattutto siamo andati incontro ad alcune richieste di alleggerimento degli standard previsti in modo da ridurre al minimo i costi di adeguamento dando, tra l’altro, più tempo per gli stessi».
Non siamo nell’era della famigerata Maria Giulia Picchione. E così l’assessore Marchigiani rivolge un particolare ringraziamento alla locale Soprintendenza «che ha ascoltato le nostre richieste dimostrando una significativa disponibilità e permettendoci così di arrivare a soluzioni condivise. Grazie a queste soluzioni gli operatori potranno continuare a lavorare senza ulteriori appesantimenti economici e burocratici, pur garantendo il decoro dell’ambiente urbano». La filosofia di fondo non è cambiata. «Un ambiente di qualità è, esso stesso, un fattore di forte attrattività, anche per le attività economiche» conclude, infatti, Marchigiani.
Soddisfatti anche gli esercenti per aver incassato la deroga che permette di respirare. «Stiamo concordando con il Comune di Trieste degli alleggerimenti al regolamento sui dehors che consentiranno un minimo di libertà in più a noi gestori per rendere l’esterno dei nostri locali più accogliente e fruibile - riferisce il presidente della Fipe Vesnaver - . La deroga che il Comune intende concedere affinché tutti si adeguino al regolamento era indispensabile perché per mettersi a norma molti hanno dovuto e dovranno investire parecchio economicamente».
Ma non basta. «Tra le richieste inoltrate dalla Fipe c’è anche quella di studiare una possibilità per i locali tipici, come pub o birrerie, che esternamente richiedono arredi particolari (per esempio l’utilizzo di panche). Abbiamo già inoltrato una richiesta all’Ordine degli architetti di redigere un paio di proposte in modo che la commissione che valuterà i progetti possa avere delle linee guida dalle quali prendere spunto». Mancavano, infatti, i dehors “tipici” nell’occupazione del suolo pubblico.
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