Il Comune di Trieste: per i danni della bora la copertura assicurativa non c’è
«Non c’è la copertura assicurativa». La sentenza arriva per voce del sindaco Roberto Cosolini dopo una lunga giornata, partita al mattino con una riunione dedicata alla questione “danni provocati dalla bora e dal gelo”. Una giornata proseguita con una nota sul tema annunciata già nel primo pomeriggio ma arrivata solo all’ora di cena. Sarà stato anche qui l’annoso problema dei collegamenti che affligge Trieste? Chissà, a destinazione il documento è comunque arrivato. Come i treni che non vengono soppressi.
Il documento congiunto partorito dal sindaco Roberto Cosolini e dall’assessore comunale a Bilancio e Risorse economiche e finanziarie Maurizio Consoli riepiloga il percorso attraverso cui il Municipio è arrivato ad avere oggi una copertura transitoria che lo mette al riparo «nel limite dei 250mila euro annui - recita lo scritto - anche per i danni da gelo (rottura condutture)». Nulla in più. E non c’è dunque il margine assicurativo per coprire gli sfregi complessivi firmati dalla bora record di inizio febbraio, dal peso stimato di un milione di euro. Ma che potrebbe anche crescere fino a due milioni secondo gli esponenti del Pdl, i quali - alla fine della scorsa settimana - avevano sollevato il “problema polizza”, con l’amministrazione comunale a prendere tempo in attesa di approfondimenti.
«Non c’è stata nessuna negligenza né della giunta né degli uffici - si affretta a chiarire Cosolini -, che hanno condotto una procedura scrupolosa, a fronte della disdetta arrivata da Ina Assitalia per l’eccessivo numero di sinistri degli anni scorsi. Ormai è noto che le compagnie assicurative procedono in questo modo. È una tendenza generale e dobbiamo prenderne atto». E ora chi pagherà gli ingenti danni subiti da palazzi, edifici e campi sportivi cittadini? «Il bilancio del Comune», ribatte il sindaco. «A proposito, alla luce di questo atteggiamento delle compagnie assicurative - aggiunge -, bisognerà costituire un fondo rischi».
Ma cos’è accaduto nel tempo lo riepiloga la nota congiunta: «Il 30 giugno 2011, la società assicurativa Ina Assitalia ha comunicato il recesso unilaterale dalla polizza in essere con il Comune di Trieste per eccessiva sinistrosità. Nei contatti che sono seguiti, la compagnia assicuratrice ha offerto una rilevante e peggiorativa modificazione del contratto di assicurazione per la copertura del rischio eventi meteorologici, chiedendo di introdurre un massimale annuo di 150mila euro comprensivo di tutti i sinistri e non più illimitato, mantenendo inalterato il premio complessivo del ramo incendio (che include anche la copertura dei danni da eventi meteorologici, ndr) di 383.774,45 euro». Chiarisce a voce Consoli: «Prima per ogni sinistro la copertura era di 50mila euro e non c’era limite di numero. Per 100 casi, sarebbero stati pagati cioè fino a 500 milioni». Alla proposta dell’assicurazione, però, il Comune ha risposto picche ritenendo che, sentita l’Avvocatura, «tale modificazione introducesse un’illegittima alterazione del risultato della gara e del contratto che ne è conseguito». Così, in agosto, il Comune «ha dato corso ad un’altra gara per l’assegnazione di una polizza ponte atta a garantire la copertura assicurativa fino alla data della gara europea per la polizza definitiva (slittata ad aprile, ndr)». La nuova gara è però «andata deserta», costringendo il Comune ad avviare una «trattativa con Ina Assitalia per stipulare una copertura transitoria».
Quello del Comune di Trieste non è un caso isolato, rileva il documento: «La situazione risulta diffusa in molti altri Comuni. Ad esempio anche il Comune di Udine ha subito la disdetta». Il sindaco Cosolini, in chiusura e a integrazione del testo, riassume: «Se avessimo accettato la modifica proposta, sostanzialmente non avremmo avuto nulla».
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