Il Comune di Monfalcone: città fuori dal polo energetico

Documento in approvazione dalla giunta. Chiesta anche la revisione del Per. Cisint: «Attività alternative sul sito di A2A»
Bonaventura Monfalcone-11.02.2016 Centrale A2A-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.02.2016 Centrale A2A-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Monfalcone va esclusa dal polo energetico. È quanto la giunta si appresta a sancire, questa settimana, nell’approvare un atto di indirizzo attraverso il quale verrà richiesta contestualmente la modifica del Piano energetico regionale. Un atto formale, dunque, e di prospettiva in relazione alla scadenza fissata del 2025 ai fini della chiusura delle centrali a carbone, compresa pertanto quella di A2A Energiefuture. L’elaborazione del documento è stato affidato all’assessore all’Ambiente, Sabina Cauci. Documento che quindi assumerà la valenza di un vero e proprio atto di indirizzo sottoposto all’approvazione dell’esecutivo. Una volta deliberato, l’amministrazione comunale invierà la relativa comunicazione alla Regione. Il tutto approderà in consiglio comunale, ai fini della discussione e della votazione. Siamo di fronte ad un ulteriore passo istituzionale da parte del Comune di Monfalcone, che va nella direzione della dismissione della centrale termoelettrica, chiamando anche in causa la riconversione del sito che per l’amministrazione non dovrà ospitare alcun tipo di attività energetica. Monfalcone “free carbon”, destinata a vocazioni alternative. Il tutto tenendo conto della salvaguardia occupazionale, a partire dai dipendenti dell’impianto termoelettrico cittadino, che attualmente sono circa 140 lavoratori. In parallelo l’amministrazione intende proseguire nel percorso relativo alla richiesta di revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale, sulla scorta delle direttive europee in ordine alle Bat (Best available techniques, le migliori tecniche disponibili) per gli impianti industriali ai fini della riduzione dell’inquinamento.

Il futuro della città per l’amministrazione comunale non può che essere una nuova pagina volendo far fuoriuscire Monfalcone da tutte le produzioni di energia. Una posizione che tiene conto del territorio, considerato che l’Associazione Rione Enel, con il nuovo direttivo presieduto da Antonella Paoletti, ha consegnato uno specifico documento, auspicando nel percorso verso la chiusura della centrale, una riqualificazione ambientale generale dell’area.

Il sindaco Anna Maria Cisint conferma la “tabella di marcia” per mettere a punto l’atto di indirizzo in tempi rapidi, quindi prima delle elezioni regionali. Lo considera un «banco di prova» per i candidati alla presidenza dell’Ente regionale. E aggiunge: «Ne ho parlato con il candidato onorevole Massimiliano Fedriga che ha condiviso la nostra posizione». Il primo cittadino quindi spiega: «L’obiettivo è quello di preparare l’atto di indirizzo, affidato all’assessore Cauci, per andare all’approvazione in giunta, già questa settimana. La richiesta è chiara: chiediamo che la città sia esclusa dal polo energetico e che venga modificato il Piano energetico regionale».

Una questione evidentemente anche di prospettiva futura. «Rispetto alla centrale termoelettrica – osserva Cisint – il Per non è esplicito limitandosi a indicare una progressiva riduzione del carbone. Riteniamo che non sia sufficiente, per questo andiamo a richiederne la revisione e l’esclusione di Monfalcone dalle attività energetiche. Il polo energetico non può essere una scelta per la città. Appena deliberato l’atto di indirizzo in giunta – continua – inoltreremo la relativa comunicazione alla Regione, facendo inoltre riferimento al documento che ci è stato presentato dall’Associazione Rione Enel. Vogliamo quindi intenzione di discutere la questione in consiglio, al fine di poter avere un mandato forte». In questo senso peraltro la Cisint parla di un «allineamento» con il Movimento 5 Stelle, facendo riferimento al capogruppo consiliare Gualtiero Pin.

Il tema “centrale” porta il sindaco ad un altro ragionamento. «La Regione, assieme al Comune di Monfalcone e agli altri enti e istituzioni preposte dovranno gestire l’eliminazione del carbone e la riconversione del sito e del personale impiegato. L’occupazione e la salute rappresentano le priorità». Un chiaro riferimento, quello del sindaco, al coinvolgimento dell’amministrazione comunale, che rappresenta la città. Tutti elementi che, aggiunge, «saranno anche parte delle linee generali del Piano urbanistico comunale che stiamo rivedendo». Cisint conclude: «Continuiamo contestualmente a lavorare ai fini della revisione dell’Aia della centrale attraverso la verifica delle Bat, che, già confermata dal ministero dell’Ambiente, andremo a sollecitare».

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