Il Comune di Gorizia chiede il Parco di Piuma per realizzare “Isonzo beach”
GORIZIA «Potenzieremo il Parco di Piuma con l’inserimento di punti di ristoro e strutture come ombrelloni e lettini per il relax». L’ha scritto chiaramente Rodolfo Ziberna nel suo programma elettorale che l’ha portato a vincere le elezioni comunali. Solo che aveva fatto i conti senza l’oste perché l’area del parco non è di proprietà né di competenza comunale, bensì regionale.
Ecco che allora, ieri mattina, il primo cittadino ha approfittato della visita in città dell’assessore regionale ad Ambiente ed energia Fabio Scoccimarro per chiedergli di farsi parte attiva in Giunta sulla possibilità di concedere al Comune di Gorizia il Parco di Piuma. Obiettivo? Realizzare “Isonzo beach”. «Quest’area verde bellissima in riva all’Isonzo potrebbe finalmente essere valorizzata sfruttando tutte le sue enormi potenzialità – sottolinea Ziberna - attraverso la realizzazione di una serie di infrastrutture anche ristorative e la creazione di piccole spiagge, com’era in passato, ma dotate anche di servizi igienici, consentendo così alla gente di riappropriarsi di questa straordinaria location goriziana».
Non sarebbe nemmeno una questione di soldi perché si tratterebbe di un intervento – ha chiarito Ziberna – «che potrebbe essere realizzato con le eventuali risorse eccedenti dei lavori sul Corno».
Una risorsa poco sfruttata
Il Comune, dunque, ha un piano per far «riappropriare» la città al suo amato fiume. A Gorizia, infatti, c’è un’anomalia: mentre altri centri italiani, attraversati dai corsi d’acqua, “sfruttano” la loro presenza da un punto di vista turistico ed economico, nella nostra città ciò non accade. L’Isonzo non viene utilizzato e valorizzato come sarebbe auspicabile e come, peraltro, accade oltreconfine. «Nell’ottica di restituire alla città un rapporto più stretto con il suo magnifico fiume - sottolinea l’amministrazione di centrodestra - saranno valorizzate dovunque sarà possibile, le rive dell’Isonzo, nella prospettiva di creare una vera e propria riviera fluviale cittadina».
La risposta della Regione? «Siamo pronti ad ascoltare e a condividere le problematiche del Comune verificando le possibili soluzioni». Lo ha detto chiaramente l’assessore regionale ad Ambiente ed energia Fabio Scoccimarro durante l’incontro con il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore comunale Francesco Del Sordi, avvenuto ieri mattina in municipio a Gorizia. Una riunione a tutto campo in cui sono stati trattati diversi temi dalla valorizzazione in chiave turistica e ambientale di alcune aree cittadine, come il Parco di Piuma alla necessità di operare delle bonifiche per alcune discariche, dal regolamento unico regionale per i rumori collegati alla “movida” dei centri città, alla opportunità di creare un protocollo con la vicina Slovenia sui temi ambientali.
L’edificio di Ponte del Torrione
Non è tutto. Per quanto riguarda il primo punto (relativo appunto alla valorizzazione del fiume Isonzo), il sindaco Ziberna ha chiesto di effettuare un analogo intervento per l’edificio di via Ponte del Torrione, sempre di proprietà della Regione, dove potrebbero trovare spazio le associazioni collegate all’ambiente ma anche un ristorante a altri impianti per la ristorazione e il tempo libero.
L’assessore Scoccimarro ha ascoltato con grande attenzione le richieste degli amministratori goriziani. «Questo sarà semplicemente il primo di altri incontri che sicuramente faremo a Gorizia – ha evidenziato – perché voglio personalmente visitare, insieme anche ai tecnici della Regione, le aree oggi citate, dal Parco di Piuma alle discariche, per poter dare le risposte più adeguate alle richieste avanzate dal Comune di Gorizia. I temi ambientali sono oggi centrali nella programmazione del territorio e su di essi ci sarà, per questo, la massima attenzione da parte dell’amministrazione regionale».
Tanti progetti tutti sulla carta
Idee non sono mai mancate per un riutilizzo (e una valorizzazione decisa) di quello stabile. Si è parlato, negli anni, di realizzare lì il museo dell’Isonzo con i fondi del Gect. Poi, la proposta era di riconvertire la palazzina in una struttura ricettiva di carattere turistico, da finanziare con capitali privati attraverso la realizzazione di un project financing. C’è chi avrebbe voluto vedere in quegli spazi un’enoteca mentre rimane sempre affollato il partito di coloro che vorrebbero la realizzazione di nuove sale espositive dedicata alla Grande Guerra. E chi ne ha più ne metta. Il riferimento è proprio all’edificio di via del Ponte del Torrione, che fu sede temporanea anche del centro sociale “Clandestino”. Idee tante ma rimaste tutte sulla carta: pure esercitazioni di stile che non si sono trasformate in realtà. E oggi, quello stabile è in sofferenza. Ed è anche chiuso, anzi sbarrato, ormai da parecchie settimane. La Regione (c’era ancora l’amministrazione precedente), sulla scorta delle segnalazioni della Polizia di Stato, ha deciso infatti di chiudere ogni accesso alla palazzina. Sono comparse così catene e lucchetti sui portoni e un rete di colore arancione (quelle di cantiere) sulle finestre al pianoterra. Un’azione che aveva visto convergere in loco operai regionali, Polizia di Stato, Polizia locale. La palazzina, com’è noto, si era trasformata nel rifugio (probabilmente) di tossicodipendenti, anche se all’interno dell’edificio i poliziotti non trovarono nessuno.
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