Il Comune cerca la sede unica dei mercati
Il Comune si mette alla caccia di una struttura unica e adeguata dove trasferire i mercati all’ingrosso, quello ortofrutticolo di Campo Marzio e quello ittico dell’area ex Gaslini. Per individuare il complesso, che deve rispettare una serie di requisiti, la giunta ha deciso ieri di effettuare una ricerca di mercato, allo scopo di acquisire proposte di vendita di complessi immobiliari fra i quali scegliere quello con le migliori caratteristiche.
La delibera, varata su proposta del sindaco Cosolini e degli assessori Dapretto (Lavori pubblici) e Kraus (Sviluppo e attività economiche), prende le mosse da una recente relazione dell’Ufficio mercati (Area innovazione e sviluppo economico), che evidenzia sia la situazione e le criticità esistenti sia le dimensioni e i requisiti necessari alla struttura che dovrà “contenere” i due mercati all’ingrosso.
Numerose, come detto, le caratteristiche di idoneità del complesso che il Comune punta ad acquisire, a cominciare dall’accessibilità diretta dalla Grande viabilità con mezzi pesanti, per proseguire con la minore interferenza possibile con strade locali e insediamenti residenziali.
Le dimensioni dell’area dovranno essere almeno pari a 9.500 metri quadri, dei quali 4.500 di superficie coperta e 5.000 destinati a piazzali. Oltre ad assicurare le funzioni proprie dei mercati, il sito dovrà poi essere privo di aree inquinate e nel complesso immobiliare non ci dovrà essere amianto. Serviranno inoltre spazi adeguati per la manovra e la sosta di autoarticolati e autosnodati.
Fra i requisiti del complesso, anche la presenza di un fabbricato da cui poter ricavare due volumi separati o l’esistenza di più fabbricati contingui. Serviranno poi aree scoperte dove poter ricavare due piazzali distinti, con accessi indipendenti, e zone per lo stoccaggio dei rifiuti prodotti dalle attività dei mercati. E ovviamente saranno necessari spazi adeguati per varie funzioni strumentali ai mercati stessi (magazzini, depositi, spogliatoi, vani tecnici).
Ancora, i fabbricati dovranno essere conformi alle norme edilizie, urbanistiche e igienico-sanitarie, sancite dal certificato di agibilità. Nella scelta peseranno infine lo stato di conservazione e manutenzione del complesso e la necessità di interventi per adattarlo al nuovo utilizzo.
Le offerte che perverranno al Comune saranno esaminate da una commissione tecnica interna, che vaglierà le caratteristiche dei diversi complessi in relazione ai requisiti appena citati, nonchè al prezzo proposto e al costo degli interventi di adattamento.
Diverse e variegate le ragioni che hanno indotto l’amministrazione a “unificare” i mercati. «Di base - spiega l’assessopre Kraus - c’è la necssità di tagliare i costi di gestione, in termini di affitto, personale e manutenzione. Per l’area del mercato ittico, ad esempio, paghiamo l’affitto all’Autorità portuale, e poi nello stesso sito dovremmo spendere 1,5 milioni per rifare una parte strutturale del tetto (crollata più di un anno fa, ndr)». In prospettiva, con i nuovi mercati si punta poi a creare un polo commerciale destinato a servire un’area più vasta di quella del territorio triestino. «Il mercato ittico di Fiume - precisa Kraus - è fallito da due anni, per cui quegli operatori si rivolgono già ora a Trieste. Possiamo diventare un polo di attrazione sia per la vendita del pesce sia per l’accesso dei pescatori croati e sloveni nel mercato europeo. È anche per questo che cerchiamo un sito vicino alla Grande viabilità ».
Quanto al mercato ortofrutticolo, oltre ai noti problemi di manutenzione, a far propendere per un nuovo sito c’è il suo sovradimensionamento rispetto al numero degli operatori. E non si può dimenticare che quella è un’area “pregiata”, destinata nel piano regolatore a usi turistici, amministrativi, commerciali e residenziali.
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