Il Comune cambia l’albero di Natale di piazza della Borsa
"Te piace 'o presepe?". Come Natale in casa Cuppiello non si capisce perché Trieste, e in particolare la giunta di centrosinistra, insista con gli alberi. “Te piace ’o albero?”. Due anni l’amministrazione Cosolini, appena insediata, inciampò nell’abete “bonsai” di piazza Unità. Era partito da Sappada che era un fusto di 20 metri ed era arrivato a Trieste segato di 7 metri. Fu cambiato in corsa per evitare il ridicolo e un Natale in tono minore. Inaccettabile viso che “Trieste torna grande» era stato lo slogan della campagna elettorale. Ora, con cadenza biennale, la storia si ripete identica. Stavolta sotto accusa è finito l’abete “povero” di piazza della Borsa regalo della Regione governata dall’”amica” Debora Serracchiani. Ad albero donato non si guarda... Ma in questo caso non si può proprio guardare. Uno “stecco” più che un albero. Il primo ad accorgersene è stato proprio il sindaco. Dopo la scottatura di due anni. Roberto Cosolini è diventato un vero esperto di alberi di Natale. Così lunedì pomeriggio di ritorno dall’incontro con Matteo Renzi al caffè San Marco non credeva ai suoi occhi quando ha visto la misera conifera, omaggio della Regione, eretta in piazza della Borsa. E dire che la governatrice Debora è sua amica oltre che renziana come lui dell’ultima ora. «Domani (oggi, ndr) arriva il nuovo albero in piazza della Borsa, appena ho visto quello attuale ho chiesto che venisse sostituito... Vi tengo aggiornati» annuncia su Facebook il sindaco. Il Natale stava per arrivare a sua insaputa. E così l’abete, renzianamente, “cambia verso”. «Ce ne siamo accorti immediatamente e abbiamo chiesto subito il cambio» conferma la portavoce del sindaco. «Non può stare in un posto come piazza della Borsa. Non ha gli standard» ha decretato il sindaco che, senza offesa per la Regione, ha subito ordinato il cambio all’assessore agli alberi di Natale, Edi Kraus. «Domani (oggi, ndr) sarà sostituito con una altro più dignitoso. Ho già parlato con la Regione. Non è un problema mi hanno assicurato» spiega l’assessore super efficiente con l’imbarazzo di chi ha dovuto rispedire al mittente un dono. Ma da dove è arrivato quell’abete striminzito? «Non lo so. Mi hanno detto che l’ultima nevicata ha creato qualche difficoltà ne reperimento degli abeti». Affare “alberi” chiuso, insomma. Con buona pace di tutti, ma non del web. La polemica visti i precedenti, ha dilagato subito. Qualcuno sostiene che la Regione dopo aver letto le classifiche del Sole 24 Ore ha rifilato a Trieste un alberello all’altezza. Simpatica allusione. «Ritorna l’abete di Natale più Ttrieste del mondo: ovviamente a Trieste, in centro città» titola il solito “Bollettino” aggiungendo che evidentemente «due anni fa non si era toccato il fondo». «Chissà se anche per questo “abete calvo” daranno la colpa al Patto di Stabilità» aggiunge il sito satirico di destra. Sull’abete geneticamente modificato si scatena, come nel 2011, l’ex assessore Paolo Rovis: «Ci risiamo. Ci sono voluti ben tre Natali per riuscire ad avere in piazza Unità un albero normale. Ma così Trieste rischiava di non venire presa in giro da nessuno. Ecco quindi che la giunta comunale di sinistra ha subito provveduto: nella centralissima piazza della Borsa ha piazzato un arbusto». Ma anche da sinistra piovono critiche. «Un bel albero no xé el primo problema de una città, ma chi c...o se occupa de sti alberi?» si chiede l’ex segretario della Cgil Waldy Catalano. Il resto sono battute su battute. «Vizin el bar Rex xé un fantasma de albero, tuto spelado, povero. El fa pecà a veder». «Sembra che abbia beccato un fulmine». «Più brutto di quello di P.zza Perugino». «Un scovolin». «Dai che col scuro non se vedi». «Ha il fascino del “vedo e non vedo”». «Era meglio una bella pigna gigante a sto punto». A buon intenditor...
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo