Il Comune “assediato” difende il gioco all’asilo

Ma dopo le polemiche l'assessore Grim chiarisce che «all’inizio si partirà soltanto con due attività del kit». Oggi la prima assemblea con i genitori. Il vicesindaco Martini: «A decidere sono loro»
Una bimba all'asilo
Una bimba all'asilo

Il Comune “sotto assedio”, alla vigilia dell’assemblea con i genitori, vacilla. Mostra qualche crepa. Ma, alla fine, resiste. E fa muro: “Il Gioco del rispetto” non si tocca anche se nella prima fase partirà solo con due giochi su undici.

Quella di ieri, in Municipio, è stata una giornata a dir poco campale. Nient’affatto facile per il vicesindaco Fabiana Martini e l’assessore all’Istruzione Antonella Grim che, causa “Il Gioco del rispetto”, vedono finire l’amministrazione comunale nel tritacarne dei media nazionali. Proprio Grim, visto il clamore suscitato dal progetto, incontra in mattinata i funzionari comunali che gestiscono i rapporti con i coordinatori pedagogici. Successivamente, nel pomeriggio, in un’intervista rilasciata a un’emittente locale, spiega che «a partire saranno solo due degli undici giochi previsti dal kit».

Alcune delle carte presenti nel kit finito nell'occhio del ciclone
Alcune delle carte presenti nel kit finito nell'occhio del ciclone

Un clamoroso ripensamento? Le opposizioni sono già pronte a cantar vittoria. Ma l’assessore all’Istruzione, poco dopo, chiarisce: «Nessun dietrofront. È vero che per ora partiranno solo i giochi del memory e della fiaba ma, non appena il materiale didattico sarà pronto, verranno introdotti pure gli altri giochi e le attività correlate». Nessun nesso, insomma, tra la partenza “soft” e la bufera mediatica: «Ho saputo solo ieri mattina che i coordinatori avevano deciso già da mesi di non mettere in pratica subito tutti gli undici giochi ma di iniziare con due» spiega, ancora, Grim.

Il gioco proposto all’asilo finisce nella bufera
bambini mentre giocano all'asilo in un'immagine di archivio

Il primo gioco che dovrebbe entrare a far parte dell’offerta didattica, non appena nei singoli istituti si terrà il collegio docenti e l’incontro con i genitori, è proprio il memory: figurine da abbinare. C’è l’immagine del calciatore da affiancare a quella della calciatrice, quella del pompiere da accostare alla pompiera, quella del papà da abbinare a quella della mamma. Il secondo gioco che dovrebbe partire subito è quello della fiaba: prevede che l’insegnante crei una storia che «prende le distanze dalla vita reale dei bambini e delle bambine ed è collocata in un tempo e in un luogo lontani». «La storia - spiega l’opuscolo incluso nel kit didattico-ludico - descrive le vite stereotipiche di bambini e bambine, mettendo in evidenza come ci si possa sentire sia a proprio agio sia a disagio con i ruoli di genere imposti».

Come esempio di storia, le ideatrici del progetto suggeriscono di raccontare di un castello tutto azzurro dove i bambini sono prigionieri di un incantesimo che li obbliga a giocare a calcio e alla lotta mentre loro talvolta, stanchi, vorrebbero giocare con le bambole e venir coccolati e abbracciati: «Ma per paura di essere presi in giro non lo chiedono più». Dall’altra parte c’è un castello rosa con le bambine che si prendono cura delle bambole: «Ma talvolta le bambine vorrebbero mettersi a correre, ad urlare e sporcarsi tutte ma non possono farlo».

E gli altri nove giochi? Si dovrà attendere che il materiale ludico e didattico sia pronto per far partire pure quelli che prevedono la scoperta delle differenze anche fisiche tra i bimbi, il cambio di vestiti, le interviste audio che mettono i bambini e le bambine di fronte a domande come «A casa tua chi stira, chi cucina o chi usa il trapano?». «Ma - insiste Grim - questo non significa che non proseguiremo con il resto del progetto. Lo ripeto. Non c’è nessuna marcia indietro».

Gioco all'asilo, il caso finisce a Roma
Bambini all'asilo

Poi, a mezzo comunicato, l’assessore respinge ancora una volta tutte le critiche: «Nelle scuole dell’infanzia di Trieste non si svolgerà alcun gioco osé, né corsi di educazione sessuale né i bambini si esploreranno reciprocamente il corpo in modo ambiguo come insinuato da alcuni esponenti politici, che hanno dimostrato ancora una volta di essere privi di dignità politica. Il polverone sollevato è surreale e la strumentalizzazione da parte di alcuni esponenti del centrodestra mi lascia attonita. Questi esponenti avrebbero molto da imparare dal Gioco del rispetto».

Quella di oggi, comunque, si preannuncia come un’altra giornata “calda”. Alle 17, nella scuola dell’infanzia Cuccioli di via Vittorino da Feltre, è infatti in programma l’incontro tra l’associazione Laby alla quale è stato affidato il progetto e i genitori dei piccoli alunni. Nell’occasione i papà e le madri dei bambini iscritti all’asilo Cuccioli, dove sono scoppiate le prime polemiche, potranno porre domande alle redattici del tanto discusso gioco, alle educatrici e alla coordinatrice dell’istituto. «In questo modo - spiega il vicesindaco Martini - i genitori avranno tutti gli strumenti per decidere se far partecipare o meno i loro figli al progetto de “Il Gioco del Rispetto”». Alcuni consiglieri comunali hanno già annunciato la loro presenza alla scuola Cuccioli. «Ma l’incontro è riservato ai soli genitori dei bambini della Cuccioli - specifica il vicesindaco - Spetterà poi alla coordinatrice decidere se far assistere anche all’incontro altre persone». L’amministrazione, comunque, non sarà presente.

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